La pecora fortunata

Lasciata dal pastore perché incinta, quattro mesi dopo è risalita da sola per cento chilometri con il suo agnellino fino all’alpeggio dove si trovava il gregge, da Gozzano alla val Formazza, nel novarese

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Ha percorso un centinaio di chilometri insieme al suo agnellino appena nato per ricongiungersi al gregge da cui si era staccata 40 giorni prima. E il pastore, quando l’ha rivista, passata la sorpresa e lo stupore, le ha dato un nome nuovo: Fortunata, e Fortunato il suo agnellino. Così li ha rinominati il proprietario Ernestino Morandi, 70 anni, da 40 allevatore conosciuto nel Verbano, che non sperava più di ritrovarli lì a quasi 2.500 metri in alpeggio, finché una ragazza lo ha chiamato dicendo che la pecora stava tornando. E così è sceso a Premia dove l’ha riconosciuta.
È stata fortunata e anche coraggiosa questa pecorella che, un passo alla volta, ha percorso tutto il Piemonte nord-orientale da Gozzano (Novara), dalle parti del lago d’Orta, fino alle montagne della Val Formazza: 100 chilometri.
Una transumanza solitaria che, come ha scritto sui social Mauro Morando, lo chef che ha rivelato la vicenda, ha dell’incredibile. «L’altro giorno – racconta l’uomo, che lavora in un ristorante della zona – stavo scendendo verso valle e, lungo la strada, ho incontrato il pastore mentre risaliva insieme alla pecora e all’agnello». Ernestino Morandi conduce un gregge composto da un migliaio di capi. «L’inverno lo trascorre a Mortara, nel Pavese, poi muove verso Gozzano. Quindi arriva nel Verbano-Cusio-Ossola e, nei mesi più caldi, sale in val Formazza per portare le pecore al pascolo. Fa così da quarant’anni», ha raccontato lo chef.
Fortunata, questa volta, a giugno era stata lasciata nel ricovero di Gozzano perché incinta. Ma dopo il parto, non appena il suo agnellino è stato in grado di assestarsi sulle zampe, si è messa in movimento per raggiungere le sue compagne in montagna, come aveva fatto ogni anno. «Avendo quattro o cinque anni – osserva Morando – nelle scorse estati era già stata in val Formazza. Evidentemente è stata in grado di orientarsi e di ricordare la strada percorsa in passato».
Il viaggio è durato una quarantina di giorni. Ernestino, adesso, ha sistemato Fortunata e l’agnello al sicuro, per fare in modo che si riposino, e ha portato le altre pecore più su, in alpeggio. Ma tra poco, al massimo entro i primi quindici giorni di settembre, sarà tempo di ripartire verso le pianure per fuggire dalla neve e dal freddo.