L’ulivo torna a essere protagonista nell’agricoltura piemontese. L’aumento delle temperature e la siccità stanno infatti convincendo diversi agricoltori a puntare su questa coltivazione, anticamente presente sul territorio in maniera piuttosto massiccia. Da quest’anno a Trino, alle porte del Monferrato, c’è una realtà imprenditoriale che consentirà, già nel corso della campagna olearia 2022/2023, di poter “chiudere” la filiera dell’olio sul territorio piemontese con una qualità eccellente, esigenza dell’area interessata viste le oltre 200mila piante di ulivo presenti. Si tratta, nello specifico, dell’azienda Agricola Agorà – nata a Ozzano Monferrato – dell’imprenditore Luca Piazza, il quale ha installato il primo frantoio di ultima generazione da sei quintali all’ora (dell’azienda toscana Moritem) con un duplice obiettivo: soddisfare le proprie esigenze da olivicoltore e lavorare per conto terzi nell’ambito della frangitura, della filtrazione e dell’imbottigliamento. L’impianto è composto da una defogliatrice/lavatrice, da un gruppo di frangitura a coltelli, da tre gramole verticali da due quintali ciascuna, con lavorazione sottovuoto della pasta di olive, oltre che da un decanter a due fasi per l’estrazione finale.
L’impianto permetterà l’estrazione a freddo con il controllo delle temperature e delle velocità di lavorazione su ogni sezione della macchina. Novità assoluta in Piemonte, il sistema garantirà un’estrazione di qualità eccellente in loco, completando un circolo reale di economia circolare, che va dalla coltivazione delle piante alla frangitura, alla vendita di Olio Evo Agricola Agorà e al riutilizzo dei sottoprdotti di lavorazione per concimazioni organiche e riscaldamento, usando peraltro esclusivamente energia prodotta da impianto fotovoltaico. Importante sarà la presenza costante del frantoiano, l’esperto Luca Giovanetto. L’azienda Agorà, con questo impianto, vuole affermarsi quale polo aggregativo dei produttori di olive non solo nel Monferrato, ma anche per quanto concerne l’area dell’Eporediese, del Torinese, del Cuneese, dell’Astigiano, del Biellese e della Valle d’Aosta, ponendosi di fatto come possibilità alternativa ai frantoi liguri, «una caratteristica – hanno osservato dall’azienda – che consentirebbe ai clienti di evitare onerose e dispendiose trasferte e che, allo stesso tempo, offrirebbe loro assistenza e collaborazione per ogni richiesta e per il raggiungimento della massima qualità del prodotto».
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