Continuano le suggestioni da campagna elettorale: meno tasse, meno iva, più bonus, più lavoro… Tante chiacchiere, tutte in bocca ai partiti del sistema. Chi non ha nessuna idea, fa polemica su Peppa Pig. A questo è arrivato il livello della politica italiana, ed in un momento tanto delicato.
Ci sono alleanze in conflitto aspro, sui contenuti e persino sui programmi. Ci sono alleanze dove i galli nel pollaio aspettano solo il 26 per iniziare a beccarsi. C’è il Movimento 5 Stelle, che sta cercando di indossare i costumi di un nuovo carnevale per far dimenticare di aver detto tutto ed il suo contrario, di aver tradito gli elettori e persino sé stesso su tutto e di essere responsabile di una gestione pandemica disastrosa.
C’è poi il terzo polo, che non è nulla. Né centro sinistra, né centro destra, né zuppa e né pan bagnato. Eredi delle nostalgie da prima repubblica vivacchiano e aspettano sul bordo del fiume, come il famoso cinese del proverbio. Il 26 settembre dovrà passare di lì un cadavere, più probabilmente il centrodestra, e loro saranno pronti a rispondere sì all’ennesimo governo d’inciucio e d’intese. Giocano, i grandi partiti, col futuro nostro e vostro, del Paese.
Non è un caso se di fronte ai grandi temi quali guerra, energia e strategie geopolitiche tutti danno le stesse risposte: sono quelle che gli sono state dettate da UE, Stati Uniti e NATO.
Tutti allineati al diktat delle sanzioni alla Russia, che sono un atto di puro autolesionismo, tutti allineati con l’invio di armi (che vendiamo esenti IVA, il che ci dice che potremmo sospenderla anche dai prodotti di prima necessità, giusto per dire di priorità) ad alimentare la guerra e la morte preferendola alla diplomazia. Tutti, inoltre, allineati alla subalternità all’Atlantismo ed agli interessi a stelle e strisce.
Non è certo un caso se in questi giorni Adolfo Urso, senatore di Fratelli d’Italia, è a Washington a presentare il programma del centro destra al governo statunitense: per poterlo attuare, anche solo in parte, deve essere di loro gradimento. In pratica, quale che sia il partito di sistema che intendete votare, dovete sapere che (parafrasando Tomasi di Lampedusa ne “Il Gattopardo”) “tutto cambia perché nulla cambi”.
Di fronte ad un Paese in ginocchio, smarrito e prossimo ad una crisi energetica ed economica in grado di affossarlo definitivamente, questo è il momento del coraggio e delle decisioni chiare e marcate.
O saremo in grado di cambiare linea, di proporre una nuova visione di società e di futuro, o accettiamo un amaro declino che apre un orizzonte grigio ai nostri figli e nipoti.
Sovranità economica, legislativa, giuridica ed energetica sono cardini fondamentali per ricostruire il paese, così come l’autonomia in campo geo-politico a vantaggio dell’interesse nazionale. Intervento dello Stato negli asset strategici e di riferimento, ritorno alla sovranità monetaria e fuoriuscita dal giogo degli enti sovranazionali sono l’unica speranza per ricostruire a questo Paese un futuro che abbia come bandiera il tricolore e sia ancorato alla nostra storia ed ai nostri valori.
Per queste ragioni, chiediamo agli elettori di votare con coraggio, di votare ItalExit, di votare “italiano”.
Paolo Radosta
Candidato alla Camera dei deputati – ItalExit con Paragone