Dalmazzo, da cosa nasce la sua candidatura e quale significato ha?
«L’iniziativa è nata dal Comune di Savigliano, insieme con il gruppo dei 17 della pianura che costituiscono Octavia: da riunioni e confronti è emerso il mio nome, la mia figura, per il rapporto instaurato con l’Associazione, nell’ambito del Protocollo Prefettura, nel Tavolo della Frutta e, infine, nel progetto legato alla campagna vaccinale che ha visto in Lagnasco un polo centrale. Robaldo è una persona stimatissima, capace, ma rappresenta un mondo diverso, distante dalla nostra area, dai piccoli comuni che sono al mio fianco. Ringrazio il presidente del Piemonte, Alberto Cirio, e tutto il centrodestra regionale che ha deciso di appoggiare un sindaco, appunto, di un piccolo comune per una carica così importante, ma io sono e resto un candidato civico: non correrò solo per una parte, i miei colori saranno principalmente il verde smeraldo e il giallo delle nostre pianure, l’ocra delle colline delle Langhe e del Roero, il rosso, il giallo, l’arancione, il verde della nostra frutta e il bianco e grigio delle nostre montagne».
Qual è stato il riscontro finora ricevuto dagli amministratori della provincia?
«Un riscontro positivissimo che mi ha fatto molto piacere: 755 firme raccolte, 101 sindaci e, oltre alle grandi città come Fossano, Savigliano e Alba, è stata data l’opportunità ai piccoli centri di avere un rappresentante che possa coinvolgerli nelle scelte della Provincia, concordando e programmando le scelte con gli amministratori. Le realtà dei piccoli paesi sono completamente diverse rispetto alle grandi città, in caso di emergenze ed evenienze, difficili da spiegare al mondo politico. Il mio obiettivo, che mi onorerebbe, è di essere la voce di tutti i territori, a partire da quelli che solitamente sentono l’ente provinciale come lontano o poco attento. Per questo sto girando la Granda per farmi conoscere: sto ricevendo tanto appoggio e profonda stima».
Quali sono le priorità per l’ente Provincia, le tematiche da affrontare e gli obiettivi programmatici?
«Sono geometra da 25 anni, quindi posso parlare da tecnico: in questi anni i piccoli comuni, è la verità, sono stati lasciati soli come non mai. Nel prossimo futuro, in primo luogo, ci vorrà un forte sostegno nell’ambito della gestione dei fondi del Pnrr, con strutture di lavoro all’altezza. Poi, naturalmente, il capitolo viabilità e mobilità, da affrontare senza promesse altisonanti, ma programmando con gli amministratori: la mia idea è la divisione della provincia in zone definite nelle quali concordare anno per anno interventi ordinari e straordinari, che si possano riscontrare concretamente in tutte le aree della Granda. Lo stesso metodo di lavoro, sull’edilizia scolastica, nel segno del risparmio energetico. Negli ultimi anni è stato dimezzato il personale della Provincia, dopo la Legge Delrio: la speranza, con l’ausilio dei competenti funzionari, la nostra forza, è di ricreare una squadra che possa essere performante, perché il mondo va veloce e la burocrazia, invece, è lenta».
Un messaggio da lanciare agli amministratori che si recheranno a votare il 25 settembre.
«Il messaggio che mi auguro passi è: questa occasione è unica per il Saluzzese, il Saviglianese e tutta la provincia di Cuneo, non si ripeterà più. Nella giornata del 25 settembre gli amministratori avranno la possibilità di votare come presidente, di tutti, il sindaco di un piccolo comune che potrà portare in Consiglio tutta la sua esperienza sul campo».