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I motori della regina

Tutto si è raccontato di Elisabetta, ma molte chicche sono sfuggite: dal passato di meccanico alla passione per il cioccolato, dal tifo calcistico alla recitazione. Divagazioni pop che l’hanno fatta amare e che Carlo, re ormai nonno, proverà a portare avanti

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Prima di salire al trono, la regina Elisabetta era… un meccanico: imparò il mestiere durante la seconda guerra mondiale quando, prima donna della famiglia reale a unirsi all’esercito, come ausiliaria nel Servizio territoriale riparava i mezzi militari. È una delle curiosità dimenticate nei giorni della commemorazione, che vogliamo raccogliere per aggiungere qualcosa ai fiumi di parole già spesi. Altre piccole verità, oltretutto, sono finite distorte: sempre in guerra, per dire, fu addestrata come autista e guidare le piaceva tanto, peccato venga tramandato soltanto l’aneddoto della patente mai presa, autentico ma ingannevole sul rapporto con il volante. Così tanti hanno raccontato del doppio compleanno, festeggiato il 21 aprile in famiglia e il secondo sabato di giugno con il popolo ma pochi conoscono l’origine antica (1748: a giugno, si presume, c’è una temperatura migliore per le parate) e sanno che la torta preferita era la chocolate biscuit cake. Non solo con le candeline, in verità: Elisabetta la adorava e il royal chef gliela preparava quotidianamente, anche per i viaggi. In assoluto, il cioccolato era rara trasgressione – frequente, però moderata – a una dieta sana, come bicchierini e calici che amava concedersi: champagne prima di andare a dormire, gin e Dubonnet prima di pranzo, vino durante il suo pasto e alla fine un Martini secco.
Anche dei cagnolini tutto è stato detto, tra realtà e leggenda s’è bisbigliato di chef dedicati e grandi stanze come cucce, ma pochi sanno che tutto iniziò con Susan, cagnolina che ebbe in dono per i diciotto anni da papà e mamma e da cui non volle separarsi neanche in luna di miele. Da un dono a quattro zampe ricevuto ben prima, un pony all’età di quattro anni, nacque invece l’amore per i cavalli che si estese poi a passione per le corse: sfogliando gli ultimi ricordi, prima di chiudere gli occhi, non ha però fatto cenno a purosangue vincenti, ma ai placidi esemplari che pascolavano nella residenza di Balmoral e che guardava per ore, bambina, nei lunghi soggiorni in famiglia che lo scorrere del tempo aveva tramutato in fiabe. L’equitazione era il suo sport preferito, una passione trasmessa alla figlia Anna, prima reale partecipante alle Olimpiadi (Montreal 1976) e alla nipote Zara che ai Giochi inglesi del 2012 ha vinto la medaglia d’argento. Sul tifo calcistico non s’è mai espressa, ma nel suo cuore West Ham e Arsenal occupavano un posto speciale: resta l’immagine di lei che premia l’Inghilterra quando nel 1966 vinse l’unico titolo internazionale, il Mondiale.
Nel video realizzato per l’apertura delle Olimpiadi di casa, aveva anche recitato accanto a Daniel Craig che vestiva i panni di James Bond, agente 007: attrice per una volta, lei interpretata in oltre cento film per cinema e tv, una partecipazione che non resta solo cameo, chicca biografica, capriccio, ma racconta molto d’una regina pop, d’un personaggio capace di divagazioni ironiche e popolari senza mai infrangere il rigore del protocollo, preziosissime per la modernizzazione dell’immagine monarchica in una società cambiata radicalmente durante il suo regno. Adesso tocca a Carlo, in apparenza meno simpatico e amato, che però ha ben impressionato con il primo discorso e alla mamma ha promesso di ispirarsi. Ne migliora l’empatia l’essere, ormai 73enne, un re nonno.