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tanti eventi e l’invito ad agire «il pianeta chiama»

Ieri è stata presentata la 92esima edizione della Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba. La presidente Liliana Allena illustra la filosofia che ispira la rassegna

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Con l’avvicinarsi del­l’autunno cre­­­sce la voglia di Fiera Interna­zionale del Tartufo Bianco d’Alba. Un desiderio che la presentazione svoltasi ieri, mercoledì 14, al Castello dei Conti Roero di Mon­ticello d’Alba, ha contribuito ad accrescere notevolmente. Anche perché la kermesse albese – oltre a offrire un programma sempre più ricco e trasversale – si pone come punto di riferimento per quanto concerne l’approccio ai temi maggiormente sentiti dalle comunità di tutto il mondo.

Come era già stato anticipato nell’anteprima promossa nei mesi scorsi presso la sede di Microsoft, a Milano, nel 2022 la Fiera, nel solco di quanto già fatto l’anno passato, affronterà il tema della sostenibilità e quello dei rischi connessi al cambiamento climatico.
Questioni che, peraltro, interessano da vicino anche il tartufo stesso. Ne abbiamo parlato con la presidente dell’Ente Fiera, Liliana Allena.
Presidente Allena, nel 2021 il payoff della Fiera del Tartufo è stato “Connessi con la Natura”. Quest’anno sarà “Time is up”.

«Il percorso intrapreso lo scorso anno dalla Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba continua ad avvicinare la nostra manifestazione a temi legati alla sostenibilità e ai rischi ai quali gli ecosistemi vanno incontro a causa del cambiamento climatico. Un ap­proccio, dunque, che privilegia la continuità e che intende affrontare in modo diretto un altro tema fondamentale, soprattutto per le nuove generazioni, ossia l’urgenza di agire. Ecco perché il payoff di quest’anno recita “Time is up”, “Il tempo è scaduto”».

Come si pone il tartufo in questo contesto?
«Il tartufo è un vero e proprio indicatore della salute dell’ambiente. Il nostro pregiato fungo ipogeo è una perfetta rappresentazione dell’armonia naturale. Cre­sce in simbiosi con le radici degli alberi, laddove le condizioni climatiche si presentino particolarmente favorevoli. Il 2022, nel nostro Paese e, in particolare, in Piemonte, è stato caratterizzato da una siccità senza precedenti. L’assenza di precipitazioni è un segnale preoccupante per l’ambiente, per le coltivazioni e anche per il tartufo. E l’edizione di quest’anno della Fiera vuole evidenziare proprio questo aspetto».

Prima citava le nuove generazioni. La Fiera in che modo si rivolge ai giovani?
«La sfida che la Fiera internazionale del Tartufo Bianco d’Alba si propone di raccogliere è quella di essere sempre contemporanei: ci rendiamo conto che per l’urgenza delle tematiche del cambiamento climatico abbiamo la necessità di affrontare e stimolare una svolta culturale che necessariamente deve coinvolgere sempre di più le nuove generazioni. Perché i giovani non sono il futuro, ma il presente. Con la Fiera vorremmo intercettare la Generazione Z e i turisti di domani, che oggi magari non viaggiano ancora e vivono immersi nel mondo digitale, dei social e del gaming, ma che presto saranno protagonisti dei flussi turistici, e lo faranno cercando sempre più esperienze a cavallo tra il reale e il virtuale. Per farlo, affacciandoci anche sul Meta­verso, abbiamo coinvolto partner come Microsoft ed Hevolus, per offrire ai partecipanti alla Fiera un assaggio di quella che potrà essere la modalità di fruizione di una destinazione turistica su un orizzonte temporale di medio periodo, tra dieci anni, in modalità ibrida tra finzione e presenza fisica».

Contemporaneità significa anche contenuti aggiornati?
«Nella 92ª edizione tratteremo molti temi con grande trasversalità, quella stessa trasversalità che caratterizza il nostro pubblico, proponendo un palinsesto al tempo stesso pop e ricercato, senza, ovviamente, snaturare la nostra identità, ma cogliendo le opportunità che ogni fase di cambiamento porta con sé».

Il programma della manifestazione in estrema sintesi?

«Sarà un’edizione ricca di opportunità di incontro, di appuntamenti e di celebrazioni dei sapori del territorio. Sarà cioè una Fiera che guarderà alle tradizioni senza però perdere di vista il futuro. Un futuro nel quale la cura dell’ambiente, ancora più di quanto lo sia oggi, diverrà cruciale per ogni iniziativa».

BaNNER
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