Tornano (finalmente) a riaccendersi i riflettori sui progetti per la riapertura di uno dei collegamenti più importanti tra Italia e Francia: il tunnel di Tenda, compromesso nell’ottobre del 2020 dalla tempesta Alex, con pesanti conseguenze per le comunità locali e le imprese.
Lo scorso 6 settembre, alla presenza della delegazione francese e di quella italiana, si è tenuta la riunione straordinaria della Conferenza Intergovernativa (Cig) delle Alpi del Sud dedicata all’esame dei lavori del tunnel, sotto la presidenza francese.
Si tratta di un tema seguito con particolare attenzione dalla Rivista IDEA, che da alcuni mesi propone approfondimenti dedicati, tra cui spiccano le interviste ai Sindaci delle zone di confine, a giornalisti esperti della vicenda e al commissario straordinario per i lavori di costruzione del nuovo tunnel, Nicola Prisco.
Tornando alla recente riunione, le questioni da affrontare riguardavano in particolare la ricostruzione degli accessi sul lato francese e l’organizzazione dei cantieri. Le proposte presentate da Anas, le analisi effettuate dalla commissione tecnica e dal comitato di sicurezza e i successivi scambi e le integrazioni hanno permesso alla Cig di validare il progetto della variante prescelta, la “cinque”. Tale validazione è infatti prevista, in caso di modifica del progetto, dall’accordo internazionale tra Francia e Italia relativo all’istituzione di una gestione unificata del tunnel di Tenda e alla costruzione di un nuovo collegamento. In questa occasione è stato confermato il programma generale delle opere, che prevede l’apertura al traffico del nuovo tunnel nell’ottobre 2023. Il tunnel esistente sarà riaperto nel 2025, dopo i lavori di ristrutturazione e messa in sicurezza.
Queste scadenze sono ora obiettivi prioritari nell’organizzazione degli interventi da realizzare, che comprendono, oltre al completamento della perforazione del nuovo tunnel e all’allargamento della galleria esistente, la ricostruzione del piazzale di accesso sul versante francese completamente distrutto e la realizzazione di un ponte ad arco di 70 metri di luce sulla Valle del Ca’, in sostituzione delle due strutture preesistenti spazzate via da una frana in seguito alla tempesta Alex.
Come si è appreso nel corso della riunione, le opere sono attualmente in corso in condizioni soddisfacenti. Dalla ripresa, avvenuta il 3 novembre 2021 sul lato italiano e il 22 aprile 2022 sul lato francese, sono stati perforati altri 545 metri di galleria. La lunghezza rimanente da perforare è quindi di 911 metri. Il costo stimato del progetto, in linea con l’importo totale aggiornato dell’accordo internazionale tra i cofinanziatori, è stato confermato anche dal committente Anas.
Durante l’incontro della Conferenza, è stato poi sottolineato come il lavoro tecnico svolto dall’Anas in collaborazione con i tecnici francesi abbia permesso di validare la variante scelta e di rispondere alle molteplici necessità, ovvero: tenere conto dei rischi naturali legati all’instabilità del terreno e al duplice rischio idraulico dei fiumi Roya e Ca’, della sicurezza degli utenti sia in termini di fruizione della galleria che di geometria dell’opera e, infine, del corretto dimensionamento delle soluzioni tecniche. Restano da approfondire gli studi relativi al pericolo di valanghe, anche in relazione ai cambiamenti climatici. Inoltre, è necessario aggiornare il fascicolo di sicurezza alla luce degli interventi previsti dal nuovo progetto, prima citato.
Nel corso della riunione sono poi state esaminate le possibili soluzioni per consentire la potenziale convivenza tra il traffico locale controllato e l’attività di un cantiere complesso da svolgere in uno spazio ridotto.
Verranno di conseguenza previste riunioni con l’obiettivo di verificare a quali condizioni si possa trovare una soluzione che garantisca la sicurezza e l’operatività del cantiere. La volontà condivisa dai membri della Conferenza è quella di individuare risposte concrete che consentano di rispettare il calendario di realizzazione di un collegamento molto atteso.
Il governatore del Piemonte, Alberto Cirio, e l’assessore regionale alle Opere Pubbliche, Marco Gabusi, hanno commentato: «Siamo soddisfatti perché aspettavamo da tempo questa approvazione. Adesso possiamo finalmente rivolgerci ad Anas e a Edilmaco per cercare di accelerare i tempi. La parte macchinosa, lenta e burocratica è alle spalle. Bisogna solo procedere».