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Se in squadra c’è un bullo…

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Una recente conferenza promossa nell’ambito dell’evento “Alba dei Campioni”, nella capitale delle Langhe, a cui IDEA ha dedicato un ampio approfondimento, ha puntato i riflettori su un problema ancora troppo sottovalutato: il bullismo nello sport. Si parla infatti poco degli effetti di tale fenomeno in ambito sportivo: forse si ha l’impressione che lo sport sia intriso esclusivamente di valori positivi e che, quindi, sia al riparo da rischi del genere. Eppure, la ricerca scientifica ha mostrato come il bullismo sia spesso parte integrante della vita sportiva dei nostri figli. Ma noi genitori cosa possiamo fare?

1. Siate un modello positivo
Volete aumentare le possibilità di crescere un bullo? Allora, siatelo anche voi. Siate omofobici, razzisti, lasciatevi andare a discorsi che sottolineino le diversità fisiche, psichiche, sociali. Siate aggressivi e violenti. Raccontate barzellette e fate battute che portino ad accettare una società basata su questi valori. Insomma, mettete davanti agli occhi di vostro figlio un bullo adulto e lui probabilmente non si discosterà da questo modello. Il consiglio è, ovviamente, di fare l’esatto contrario.

2. Non sottovalutate il problema
Se vostro figlio vi parla di episodi di bullismo (ricordate che il bullismo è anche essere chiamati con un nomignolo per un difetto fisico o altro), non sottovalutate il problema. Quando un ragazzo o una ragazza interpellano i genitori, consideratela un’importante richiesta d’aiuto. Siate protettivi e proattivi. Parlatene con l’allenatore e con le altre famiglie. Sostenete psicologicamente vostro figlio, trovate soluzioni a breve e a lungo termine, non esitate a cambiare club se necessario.

3. Cogliete i sintomi
Non sempre le vittime parlano con la famiglia. Però essere vittima di atti di bullismo incide profondamente sul quotidiano dei vostri figli. La sofferenza è in genere sempre presente ma a questa si possono associare ansietà e senso di solitudine fino ad arrivare a un quadro depressivo. Anche la motivazione e la concentrazione possono diminuire e questo può incidere non solamente sulla performance sportiva ma anche sul rendimento scolastico. Massima attenzione, quindi.

4. Si rischiano gravi conseguenze
No pain, no gain? Ovvero, senza passare da esperienze dolorose non si possono ottenere successi? A volte si pensa che se i figli riescono a “sopravvivere” a episodi di bullismo, allora saranno pronti pure per quello che può essere il bullo più imprevedibile e violento, cioè la vita. Niente di più sbagliato. Anche a lungo termine, infatti, le conseguenze del bullismo possono essere deleterie: ad esempio, si potranno registrare difficoltà relazionali o mancanza di fiducia in sé stessi.

5. Denunciate sempre
Il bullismo è un reato. E come tutti i reati deve essere denunciato e perseguito. Evitare di coinvolgere le autorità sottovalutando il problema o, peggio ancora, adottando un atteggiamento omertoso ci rende complici dell’atto di bullismo stesso. Anche perché, senza adeguate contromisure, si rischia che alcune situazioni possano trasformarsi in tragedie vere e proprie. Denunciamo il bullo, anche se si tratta del nostro compagno di squadra, del nostro allenatore e pure di… nostro figlio.