Dal grano al pane i prezzi aumentano più di dieci volte a causa dei rincari record di energia, mangimi e fertilizzanti scatenati dalla guerra in Ucraina e delle distorsioni all’interno delle filiere che impoveriscono le tasche dei cittadini e danneggiano gli agricoltori. A denunciarlo è Coldiretti Cuneo, che evidenzia la necessità di aumentare la produzione di grano cuneese puntando sul progetto Grano Piemonte per ridurre la dipendenza dal grano straniero e valorizzare il frumento tenero locale garantendo remunerazioni migliori ai cerealicoltori del territorio.
Di Grano Piemonte e contratti di filiera si è discusso ieri a Fossano in un incontro molto partecipato, organizzato da Coldiretti Cuneo e Consorzio Agrario delle Province del Nord-Ovest per fare il punto sull’annata 2022 e presentare i nuovi contratti di filiera sul frumento tenero per il raccolto 2023. Quasi 300 i cerealicoltori presenti da tutta la Granda, che hanno ascoltato le proposte varietali in vista delle semine autunnali e le proposte di tecnica agronomica che si potranno mettere in campo nella nuova annata per potenziare la progettualità Grano Piemonte.
Nel 2022 – spiega Coldiretti Cuneo – un quinto della superficie cuneese seminata a grano, pari a 4.000 ettari, ha utilizzato il mix “GranPiemonte” composto da quattro varietà di frumento tenero nel rispetto di un disciplinare di produzione attento all’ambiente e alla biodiversità del nostro territorio. Soddisfatti i cerealicoltori aderenti al progetto, perché il grano prodotto con il mix GranPiemonte ha sfiorato quotazioni di 40 €/quintale, un buon prezzo se si considera il calo produttivo, variabile dal 15 al 20%, registrato in Provincia di Cuneo a causa della siccità.
“Siamo ora al lavoro per ampliare la filiera Grano Piemonte per un’ulteriore valorizzazione dei prodotti lievitati prepararti con grano piemontese e per la definizione di prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione, come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali. In vista delle nuove semine di frumento tenero, ci auguriamo un’adesione sempre più estesa dei cerealicoltori cuneesi ad un progetto di filiera nel quale crediamo moltissimo” dichiara il Presidente di Coldiretti Cuneo Enrico Nada.
Oggi un chilo di grano – rileva Coldiretti Cuneo – viene pagato agli agricoltori intorno ai 36 centesimi e serve per produrre un chilo di pane che viene venduto ai consumatori a prezzi variabili dai 3 ai 5 euro. L’incidenza del costo del grano sul prezzo del pane resta dunque marginale, pari a circa il 10% in media. Peraltro i prezzi al consumo non sono mai calati negli ultimi anni nonostante la forte variabilità delle quotazioni internazionali del grano, spesso al di sotto dei costi di produzione.
“La guerra– sottolinea il Direttore di Coldiretti Cuneo Fabiano Porcu – ha moltiplicato manovre speculative e pratiche sleali sui prodotti alimentari, che vanno dai tentativi di ridurre la qualità dei prodotti offerti sugli scaffali alle etichette ingannevoli fino al taglio dei compensi riconosciuti agli agricoltori, aggravando una situazione che vede il nostro Paese dipendente dalle importazioni straniere già per il 64% del grano tenero che serve per pane, biscotti, dolci”.
Per maggiori informazioni visitare il sito web https://cuneo.coldiretti.it
c.s.