Ormai da alcuni anni madrina dell’Asta Mondiale del Tartufo Bianco di Alba, Caterina Balivo ci racconta la sua emozione del far parte di questo grande appuntamento internazionale di solidarietà. La conduttrice, al suo esordio con un programma televisivo preserale tutto nuovo, basato sulla conoscenza e sulle curiosità della lingua italiana, ammette che vorrebbe avere la possibilità di passare più tempo nelle Langhe e magari anche partecipare attivamente ad alcune esperienze gastronomiche che il nostro territorio offre ai turisti.
Caterina, è stata spesso chiamata alla conduzione dell’Asta Mondiale del Tartufo Bianco che si tiene ogni anno nelle sale del castello di Grinzane Cavour. Come vive questa esperienza?
«Come sempre questo appuntamento ha un’allure quasi magica. Amo l’atmosfera internazionale dell’asta che viene seguita in contemporanea da moltissimi Paesi di tutto il mondo. Ma l’emozione più grande è legata alla consapevolezza che il ricavato della vendita di questi tartufi eccezionali verrà poi devoluto, come ogni anno, ad un’associazione diversa. Sapere che questo gesto generoso aiuterà molte persone è l’aspetto che più mi colpisce e che più mi fa attendere questo momento».
A parte questa recente esperienza all’asta che l’ha portata nel cuore delle colline del Barolo, conosceva il basso Piemonte e il territorio delle Langhe già in precedenza?
«In realtà no. È stata una scoperta visitare per la prima volta il castello di Grinzane Cavour, sono felice ogni volta di tornare e ogni anno spero di avere la possibilità di passare un po’ di tempo a visitare la regione da turista».
C’è qualche piatto o qualche vino tipico che ama in particolare?
«Sono una buongustaia e apprezzo tutti i cibi e i vini italiani. Ma sono anche una vera appassionata del vostro tartufo bianco che preferisco gustare accompagnato dal gelato di crema. Sembra un abbinamento inconsueto ma da quando l’ho assaggiato nel ristorante di un vostro chef stellato è la mia versione preferita. Tra tajarin e gelato, io scelgo senza dubbio il secondo».
Da vera entusiasta del Tuber Magnatum Pico avrà sicuramente anche partecipato ad una caccia al tartufo nei boschi seguendo un vero trifolao e il suo fedele tabui…
«Non ancora! Anzi, lancio un appello dalle pagine di Idea: mi portate a vedere come si svolge la caccia nel bosco? Gli stivali li ho! Faccio volentieri la turista».
Speriamo che la sua richiesta sia accolta e possa godersi anche questa avventura alla scoperta di una tradizione piemontese antichissima. Intanto in televisione è iniziata la sua nuova trasmissione “Lingo parole in gioco” su La7, un quiz che ha come protagonista la lingua italiana. Come sta andando?
«Sì, siamo partiti. Ad ogni puntata giochiamo ma impariamo anche non solo significati nuovi ma anche la storia che si nasconde dietro ad un certo termine oppure ad un’espressione diventata ormai idiomatica ed entrata nel lessico comune. Come ad esempio il termine “desiderare” la cui etimologia, abbiamo spiegato qualche giorno fa, rimanda all’essere senza stelle, a sentire la mancanza delle stelle. Non a caso, a pensarci bene, proprio agli astri cadenti si affidano i nostri sogni più ambiti».
Lei la lingua l’ha studiata a lungo visto che ha frequentato il liceo classico.
«Sì, esatto. E considero questa occasione la mia rivincita visto che ripeto spesso quanto il latino e il greco servano anche oggi».
A proposito, considera la scelta del liceo classico ancora attuale nel 2023?
«Certamente, e spero che anche mia figlia decida di frequentarlo. È una scuola attuale, a patto che permettano di studiare per almeno otto ore alla settimana inglese. Ai miei tempi si privilegiavano le materie umanistiche a discapito di quelle scientifiche e delle lingue straniere e questo oggi non è più accettabile. Ma la formazione classica sarà sempre attuale perché avrà sempre senso conoscere a fondo le culture da cui tutti siamo partiti».
Tornando alla trasmissione, non è sola ma affiancata da un esperto della lingua italiana, lo scrittore Simone Tempia. Come vi trovate a lavorare insieme per la prima volta?
«Mi piace molto lavorare con Simone. Lui si lascia trasportare dal fatto che io ho più esperienza in fatto di conduzione così qualche volta proviamo alcune parti prima di andare in onda per poter avere i tempi giusti durante la trasmissione».
Si vede che siete un duo affiatato.
«Sì, abbiamo ormai superato le prime puntate e aggiustato qualche piccolo dettaglio, avremo dei campioni che ci terremo per qualche puntata e impareremo a conoscere meglio. Gli spettatori stanno iniziando ad incuriosirsi al format».
In apertura della prima puntata di Lingo ha ironizzato sul fatto di non essere un conduttore uomo, indossando anche un paio di baffi finti. Perché questa gag?
«Ho voluto iniziare facendo un po’ di ironia, non polemica, per il fatto che in quella fascia oraria e in quel tipo di programma in Italia non si trovano effettivamente delle donne. Si può provare a domandarsi il perché. Forse sono state interpellate ma non erano interessate oppure non erano ritenute idonee? Ma, ripeto, il mio voleva essere solo un tocco ironico, anche perché nel 2022 queste differenze di genere sono davvero anacronistiche. L’importante, come in ogni lavoro, è essere bravi. E noi speriamo di diventarlo».