«Le parole ricche di spiritualità del Santo Padre e il pensiero imprenditoriale portato dal presidente Carlo Bonomi esprimono valori in cui la nostra associazione crede da sempre. Li ritengo un sincero messaggio di speranza, in questi mesi difficili per tutti noi imprenditori». Così il presidente di Confindustria Cuneo Mauro Gola ha commentato l’esito dell’assemblea associativa a cui ha partecipato nei giorni scorsi presso la Santa Sede.
Papa Francesco aveva aperto l’udienza in cui ha ricevuto gli industriali con queste considerazioni: «Quello che stiamo vivendo è un tempo non facile, per voi e per tutti. Anche il mondo dell’impresa sta soffrendo molto. La pandemia ha messo a dura prova tante attività produttive, tutto il sistema economico è stato ferito. E ora si è aggiunta la guerra in Ucraina con la crisi energetica che ne sta derivando».
Poi, tra le altre cose, ha aggiunto che in queste crisi soffre particolarmente «il buon imprenditore, quello cioè che ha la responsabilità della sua azienda, dei posti di lavoro, quello che sente su di sé incertezze e rischi».
«Nel mercato – ha evidenziato il Pontefice – ci sono imprenditori “mercenari” e imprenditori simili al buon pastore, che soffrono le stesse sofferenze dei loro lavoratori, che non fuggono davanti ai molti lupi che girano attorno. E la gente sa riconoscere i buoni imprenditori: lo abbiamo visto anche recentemente, alla morte di Alberto Balocco, con tutta la comunità aziendale e civile che era addolorata e che ha manifestato stima e riconoscenza».
Poi il Santo Padre ha lanciato un appello a favore della creazione di posti di lavoro e di salari adeguati: «Creare lavoro – ha osservato – genera una certa uguaglianza nelle imprese e nella società. È vero che nelle imprese esiste la gerarchia, è vero che esistono funzioni e compensi diversificati, ma i salari non devono comunque essere troppo diversi. Se la forbice tra gli stipendi più alti e quelli più bassi diventa troppo larga, si ammala la comunità aziendale e presto si ammala la società».
Siamo in un Paese «smarrito, diviso, ingiusto con troppi dei suoi figli e con lo sguardo schiacciato sulle necessità del presente, c’è bisogno di parole alte, di valori e di una visione che sappia guardare, insieme, lontano e in profondità», ha affermato il presidente nazionale di Confindustria, Carlo Bonomi, rivolgendosi al Santo Padre. Nel suo primo intervento il leader degli industriali si era invece rivolto solo alla platea di imprenditori e delle loro famiglie, prima dell’ingresso del Pontefice nell’aula delle udienze.