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Un pitone sotto i ferri

Non mangiava più da mesi, così il padrone l’ha portato dal veterinario. Per liberarlo dall’occlusione intestinale, nella sala operatoria, è servito un tavolo lungo 6 metri

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C’è voluta un’equipe di sei persone per trasportare su un tavolo di sala operatoria lungo sei metri un pitone lungo cinque metri e venti centimetri. È accaduto al Centro animali non convenzionali (Canc) a Grugliasco. Pippo – questo il nome del rettile -, di proprietà di un privato cittadino che vive alla periferia di Torino, non mangiava più da nove lunghi mesi. E così il padrone ha preso la decisione di chiedere aiuto e rivolgersi al Canc per tentare di salvare l’animale.
Il Centro ha dovuto usare un po’ di creatività per occuparsi del pitone albino di 23 anni e 58 chili di peso, che soffriva di un grosso blocco intestinale. L’equipe di veterinari, coordinati da Mitzi Mauthe Von Degerfeld, ha prelevato l’animale a casa del privato, in collaborazione con il tecnico faunistico e una squadra di collaboratori. Pippo «era molto dimagrito – ha spiegato Von Degerfeld -. I serpenti non mangiano spesso, se la preda che hanno è grossa possono mangiare anche soltanto una volta al mese, ma nove mesi di digiuno sono comunque tanti ed è per questo che il suo padrone si è preoccupato». Una volta arrivati in ambulatorio, i veterinari hanno sottoposto il rettile a una tac in laboratorio, hanno individuato un’ostruzione intestinale lunga un metro e hanno deciso di intervenire chirurgicamente. «Una volta al Canc ci siamo dovuti organizzare per visitarlo – ha aggiunto la veterinaria -. Nella tac abbiamo potuto adagiarlo a “u” nel macchinario, ma per l’operazione era necessario che fosse disteso». I medici hanno unito sei tavoli operatori per creare la sala chirurgica adatta a Pippo. «Sono manovre da eseguire con attenzione – ha sottolineato Von Degerfeld -, perché l’animale si muove e c’è il rischio di danneggiargli le vertebre. Ecco perché servono molte mani e una certa esperienza». Ma alla fine tutto è andato per il verso giusto. «L’intervento è riuscito – ha comunicato con soddisfazione Von Degerfeld -, se tutto va bene tra qualche giorno lo riporteremo a casa».
Si può parlare di serpenti domestici? Il loro istinto è quello di essere predatori e di diffidare degli esseri umani. Pippo però vive con il suo padrone da 23 anni per cui ormai è un serpente di casa, anche se la sua gestione è impegnativa soprattutto per le sue dimensioni e il suo peso.