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Innovazione ed etica, linfa per Greenhas Group

Venerdì 30 settembre verrà inaugurato a Canale, presso l’azienda agricola Maia, il centro di ricerca e sperimentazione di Greenhas Group. Ospite dell’evento, Stefano Mancuso, scienziato di fama internazionale

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“Molte volte le persone non sanno cosa vogliono fino a quando non glielo mostri”, diceva Steve Jobs. Que­sto pensiero racchiude davvero l’essenza e l’essere di Greenhas, come ben ci illustrano Lorenzo Gallo, vicepresidente di Green Has Italia Spa e Va­leria Contar­tese, research & development director Greenhas Group.

Dottor Gallo, che cos’è e di cosa si occupa Greenhas Group?
«Green Has Italia è una azienda con sede produttiva a Canale, spe­cializzata nella nutrizione ve­getale che ha l’obiettivo di ricercare e realizzare, utilizzando principalmente sostanze di origine naturale, formulati innovativi caratterizzati da alta efficacia nutrizionale, massima velocità di assorbimento e basso impatto ambientale. La finalità è quella di migliorare la produzione delle colture dal punto di vista quantitativo e soprattutto qualitativo generando un beneficio economico per gli agricoltori. Tutti i prodotti sono utilizzati con le tecniche mirate della fertirrigazione e della concimazione fogliare. Nel 1985, anno di nascita della Greenhas, le applicazioni di queste tecniche erano agli albori ed impiegate solo in alcune colture specializzate ad alto reddito quali la floricoltura; attualmente l’uso di queste tecniche si è ampiamente diffuso e il mercato è ben avviato ed in costante crescita a livello mondiale».

Quali sono stati i passi di espansione verso il mercato estero?
«Agli inizi degli anni novanta ci erano giunte diverse richieste di forniture dei nostri prodotti da parte di importatori esteri che operavano in nazioni ad alta vocazione agricola dove si stavano introducendo e sviluppando la fertirrigazione e la concimazione fogliare. Sono conseguite alcune esportazioni in Paesi dell’area del Mediterraneo quali la Spagna ed in altre zone del Medio Oriente. I clienti erano soddisfatti e incrementavano i volumi d’acquisto. Questo fece maturare la consapevolezza che i mercati esteri potevano costituire un’ottima opportunità di crescita in quanto le aziende italiane sono considerate tra quelle leader del settore dal punto di vista tecnologico e qua­litativo. A fine anni novanta abbiamo costituito un ufficio estero per seguire ed implementare le vendite in questi mercati. Succes­sivamente si è avviato un vero e proprio programma di internazionalizzazione che ha determinato l’apertura di due filiali estere (Spagna e Brasile) e di alcuni uffici commerciali Regionali (Medio Oriente, America Latina, Cina, Nord Africa) tanto che attualmente oltre il 75% del nostro fatturato è realizzato all’estero in circa 60 Paesi. Il programma di internazionalizzazione è culminato nell’a­pertura nel 2014 di un sito produttivo in Giordania, Green Has Jordan, dove vengono realizzati una parte dei prodotti della nostra gamma da distribuire nel mercato mediorientale».

Oggi che è al centro dell’interesse mondiale il tema di un’a­gricoltura moderna, quali le soluzioni proposte dalla vostra realtà?

«L’agricoltura è sempre più ritenuta un settore strategico in quanto è fondamentale per la sicurezza alimentare. I consumatori si fanno sempre più esigenti anche in Paesi terzi richiedendo alti standard qualitativi. La grande sfida dell’agricoltura è, banalizzando, “produrre di più con meno” mantenendo se non alzando la qualità delle produzioni intesa anche come assenza di contaminanti. I nostri prodotti, sia per l’agricoltura convenzionale che quella biologica, sono in linea con queste richieste in quanto vengono impiegati nei quantitativi minimi richiesti dalla pianta e applicati in maniera localizzata senza dispersioni. Alcuni formulati a base di matrici organiche possono incrementare l’efficienza d’uso anche dei fertilizzanti convenzionali (Nutrient Use Efficiency) contribuendo in modo positivo al contenimento del loro impiego. Inoltre, una nutrizione bilanciata ed efficace rende le piante più robuste e meno sensibili alle avversità migliorando le caratteristiche organolettiche dei frutti. Per poter concretamente testare i nostri prodotti, dal 2016 è operativa Maia, l’azienda agricola del Gruppo a disposizione del Re­search Center, che si occupa di valutare, con metodi innovativi, i formulati messi a disposizione dalla ricerca dell’azienda».

La continua esigenza di sviluppare nuove formulazioni ha originato diversi progetti. Quali i più significativi?
«I nostri progetti sono focalizzati attualmente nella ricerca e formulazione di Biostimolanti, una nuova categoria di prodotti che ha trovato solo recentemente un chiaro inquadramento legislativo. Questi formulati sono di grande interesse in quanto agiscono positivamente sul metabolismo delle piante migliorando anche l’attività dei fertilizzanti tradizionali. In particolare i nostri sforzi sono concentrati sulla realizzazione di biostimolanti che aiutino le piante a utilizzare in maniera efficiente le sempre più carenti risorse idriche, in grado di favorire la radicazione e di migliorare la disponibilità dei nutrienti immobilizzati nel suolo. Per questo ultimo obiettivo si stanno sperimentando formulati contenenti microrganismi specifici, selezionati naturalmente dal terreno, in grado di liberare nutrienti utili alla pianta e migliorare nel contempo anche la biodiversità della comunità mi­crobica nativa suolo».

La vera novità per il 2022, che sarà ufficialmente inaugurata venerdì 30 settembre è il Greenhas Research Center di Canale. Ne parliamo con la sua responsabile, Valeria Contartese.
«Si tratta di un progetto molto importante per Greenhas Group che ha visto la collaborazione di molti attori per la creazione di qualcosa di unico e speciale. Con questo nuovo Reserch Center Greenhas ha deciso di investire in innovazione e sostenibilità, consapevole che non c’è evoluzione se non c’è ricerca e non c’è ricerca senza collaborazione. La nostra ricerca è focalizzata ai biostimolanti, prodotti di ultima generazione, a basso impatto ambientale, come ad esempio estratti di alghe o prodotti derivanti dai sottoprodotti dell’industria alimentare. Questi prodotti possono essere applicati direttamente alle piante o al suolo a dosi molto ridotte e aiutano le colture a superare gli effetti negativi derivanti dagli stress ambientali a cui sono esposte. Inoltre, attivando i naturali processi delle piante, le aiutano a ottimizzare le risorse limitate (elementi nutritivi bloccati nel suolo, scarsità di acqua, ecc.). Il nostro centro di ricerca, vuole anche essere un collettore di idee e collaborazioni con aziende, università e altri centri di ricerca».

Come opera il Research Center?
«Il Research Center Greenhas por­ta avanti progetti per la realizzazione di prodotti efficaci per l’agricoltore che ogni anno si trova a fronteggiare stagioni non facilmente prevedibili. Nel nostro centro vengono ideati formulati che vengono successivamente testati e valutati nei terreni e nella serra della nostra società agricola Maia che è un esempio di coltivazione agricola moderna e sostenibile. Grazie agli strumenti di cui disponiamo, siamo in grado di valutare lo stato di salute delle piante esposte alla siccità, all’eccessivo calore e/o luminosità per capire come aiutarle a sopravvivere e produrre meglio. Ci facciamo ispirare dai loro processi naturali per potenziarne gli effetti e rendere le colture pronte a resistere e superare le avversità. È una nuova agricoltura, quella definita Green, che dovrà necessariamente diventare un modello per le produzioni sostenibili».

Anche nel vostro ambito si parla di etica…

«L’etica diventa fondamentale in quanto abbiamo il dovere, come operatori nel settore, di perseguire principi sostenibili per un’agricoltura Green che guardi al futuro. La ricerca di soluzioni che siano eco-sostenibili è uno dei principi che guida da sempre l’operato di Greenhas Group».