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E per i non eletti la nuova sfida è sui territori

Si riparte dall’analisi del voto, dalle richieste dei cittadini e dalle problematiche quotidiane

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All’indomani dal voto si riparte dai territori, dalle istanze dei cittadini, dalle problematiche anche quotidiane che dovranno essere affrontate dalla Granda, come da tutto il Paese. Per chi non ha passato l’esame delle urne, si riparte anche dall’analisi del voto, come fatto la scorsa settimana interpellando Marta Giovannini e Carlotta Boffa.

Tra i candidati alla Camera nel collegio plurinominale Pie­mon­te 2 che ha visto l’elezione di Chiara Gribaudo, anche Mauro Calderoni. Sindaco di Saluzzo e segretario provinciale del Partito Democratico, non è riuscito nel salto alla politica nazionale ma offre una riflessione ampia e lucida e sollecita una ripresa del dialogo con il territorio. «Il risultato è pesante per noi, impossibile negarlo. Complimenti ai vincitori. Noi ci prepariamo a fare opposizione vigile e attenta – premette -. In provincia di Cuneo il Pd è in linea col risultato nazionale mentre, unica nota positiva, nelle 7 sorelle siamo tra l’1 ed il 5% sopra. La campagna elettorale ci ha visto tornare nei paesi e nelle valli dove, coi circoli e grazie ai candidati, abbiamo riattivato il confronto politico. Con­tinue­remo a presidiare le comunità locali senza essere ideologici, ma ponendoci come lievito di una discussione che ci consenta di fare politiche territoriali e proposte strategiche, di parlare con la gente e registrarne difficoltà e paure». Punta lo sguardo al futuro: «Non dobbiamo cadere nella trappola delle strategie, non si può pensare di risolvere una crisi così profonda, del Paese e della Politica, mettendo in fila i numeri o la somma dei voti, né affidarsi al presunto potere catartico di un congresso. Cosa deve diventare ed essere il Partito Demo­cratico? Su questo dobbiamo interrogarci. L’urgenza adesso è sciogliere questo nodo e per farlo servono due cose indispensabili: umiltà e generosità. Si riparte da qui, dalle nostre radici, come abbiamo sempre fatto quando l’atmosfera si faceva pesante e il futuro incerto. Rimettiamoci in cammino e non fermiamoci».

Al Senato, tra le file del Pd, nel collegio plurinominale Pie­mon­te 2, era candidata Bruna Sibille, amministratrice di lungo corso ed esperienza. Sindaco di Bra per due lustri (dal 2009 al 2019), già assessore regionale alla montagna, attualmente ricopre la carica di consigliere comunale e provinciale. Sibille ha affrontato la corsa al Parlamento con un programma tutto declinato sulle priorità del territorio, ma oggi la sfida è dialogare con Roma per la crescita di Langhe e Roero. «Purtroppo c’è stata una diminuzione sensibile di rappresentati a livello nazionale – introduce -. Sono soddisfatta del mio risultato e di quello ottenuto dal centrosinistra a Bra a cui credo di aver contribuito con il mio lavoro come candidata del territorio. Questo mi dice che su certe tematiche c’è sensibilità. L’al­tro buon risultato è la rielezione della nostra Chiara Gri­baudo alla Camera. Ora per chi è all’opposizione occorre lavorare facendo fronte comune: è necessaria un’opposizione du­ra ma propositiva. Ora è importante spingere perché si lavori sui problemi del territorio: sanità, case della salute e ospedali di comunità (Alba e Bra) con la messa a punto dei servizi per le lungodegenze, il nuovo ospedale di Cuneo. Il completamento dell’autostrada Asti-Cuneo: ci vuole impegno per risolvere i problemi sottoposti dall’Osservatorio. Da braidese, la nostra è la città che paga di più dal punto di vista ambientale. C’è il tema dei trasporti, con il ripristino dei collegamenti Bra-Ca­vallermaggiore e Alba-Asti. E poi le cose quotidiane, le bollette, il lavoro, i diritti delle donne: non accetteremo passi indietro sui diritti acquisiti che non devono essere messi in discussione».

Dal Parlamento, dopo una legislatura alla Camera dei Deputati, si congeda il sindaco di Genola Flavio Gastaldi, candidato nel plurinominale Piemonte 1 (Torino-Col­legno) alle spalle di Elena Maccanti. Negli anni ha fatto tesoro del dialogo tra i ruoli di sindaco e onorevole: «Si tratta di due ruoli complementari. Aveva­mo la possibilità di dialogare con il territorio e viceversa di portarne le istanze in Par­lamento. In tal senso avevamo creato un intergruppo sindaci portando avanti una serie di temi sensibili e cose che servivano per il territorio: l’80% dei partecipanti erano sindaci della Lega. C’è stato un calo, ma la Lega è l’ultimo partito strutturato quindi si riparte meglio di prima. Sono vicepresidente dell’Anci Piemonte, il lavoro continua. Un ringraziamento va a tutti i militanti e ai giovani della Lega, alle segreterie torinesi che mi hanno affiancato e sostenuto lungo il cammino, alle tante persone incontrate: non è stato facile affrontare una campagna elettorale fuori zona ma forse, per questo, ancora più stimolante e formativa». Conclude: «Anche se non sarò più in Parlamento, la Lega in provincia di Cuneo sarà degnamente rappresentata da Giorgio Bergesio, continuando ad avere un presidio fondamentale per il nostro territorio».

Non commenta, al momento, il sindaco di Priocca Marco Perosino. «La situazione è ancora da chiarire, meglio attendere qualche giorno», spiega con un pizzico di amarezza. Senatore uscente di Forza Italia, Perosino era candidato con buone prospettive alla Camera nel collegio plurinominale Piemonte 2 (Cuneo, Asti, Alessandria) al terzo posto dietro al biellese Roberto Pella e alla siciliana Matilde Siracusano, entrambi candidati anche all’uninominale: il primo nel collegio Moncalieri (To), la seconda a Messina. Pella ha vinto, Siracusano no, ma quest’ultima era candidata anche al plurinominale Sicilia 2 (Catania), dove è stata eletta. L’elezione di Perosino, legatissimo alla sua terra, è rimasta in sospeso per giorni in attesa di ripescaggio mentre in alcune regioni tra cui proprio la Sicilia, oltre a Lazio e Liguria, i conteggi erano ancora in corso. Se a Siracusano fosse assegnato definitivamente il seggio di Catania, Perosino potrebbe entrare alla Ca­mera).