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La vita oltre il dolore

Georgina Rodriguez, influencer e moglie di Cristiano Ronaldo, rompe il silenzio sulla tragedia del figlioletto morto. E racconta come, negli occhi degli altri figli, ha trovato la forza di andare avanti

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«La vita mi ha regalato così tanto in così poco tempo e quest’anno ho vissuto in un istante il momento migliore e quello peggiore della mia vita. Quando è morto mio figlio mi sono chiesta come potessi andare avanti». Parole toccanti, quelle di Georgina Rodriguez, influencer e compagna di Cristiano Ronaldo, spiragli sul muro del dolore e del silenzio eretto per proteggersi dal dramma della scomparsa di uno dei gemellini che stava dando alla luce. «Un enorme pezzo del mio cuore è andato in frantumi» ha aggiunto, e nella semplicità della metafora c’è l’immensità dello strappo, il buio dell’anima, il tradimento di lacrime gioiose che diventano tragiche. Perché il parto è vita, felicità, promessa. Ma quando un piccolo angelo torna subito in cielo diventa tunnel che non lascia intravvedere luce di speranza. Uno sbalzo che fa male, una metamorfosi che svuota: il pensiero dolce di un bimbo da accudire schiacciato dal dolore di non vederlo crescere, il primo abbraccio che diventa l’ultimo e annerisce un fiocco rosa o azzurro. Georgina e Ronaldo hanno vissuto tutto questo, sfidando la sofferenza perché il secondo angioletto è rimasto accanto a loro, e perché c’erano altri fratellini da tirar su, e non era giusto cancellare il sorriso: «Sono stati i miei figli, li ho guardati negli occhi e lì ho visto l’unico modo in cui avrei potuto andare avanti, stando tutti insieme» ha spiegato nella seconda serie a lei dedicata su Netflix. L’aveva già intuito, da mamma. Aveva capito che l’unico salvagente, in quel momento di solitudine e lacerazione, era il dedicarsi agli altri piccoli, il vivere in nome loro, il cercarne la felicità fingendo la propria, l’indossare una maschera per occultare la tragedia. Senza mai dimenticare, ché dimenticare è impossibile. L’aveva intuito, Georgina, già quel giorno tristissimo annunciando «Il dolore più grande che ogni genitore possa provare»: «Solo la nascita della nostra bambina ci dà la forza di vivere questo momento con un po’ di speranza e di felicità». E forse per quello l’hanno chiamata Bella Esmeralda: il nome, dal greco “smaragdos” o dal latino “smaragdus”, fa riferimento alla pietra preziosa, simbolo di speranza. Oltre a lei, ci sono altri quattro bimbi: Cristiano junior, 12 anni, di cui Ronaldo mai ha svelato l’identità materna, i gemelli Eva e Mateo, 5, nati da madre surrogata, e Alana Martina, prima figlia della coppia. L’amore di Georgina, però, è identico per tutti. Ed è un amore unico, immenso nelle sue tante sfumature. Non casualmente nel giorno della festa della mamma, ha dedicato un post «a chi lo è, a chi lo è stata, a chi voleva essere e non ha potuto, a chi ci prova, a chi lo fa senza esserlo, a chi ha l’istinto, a chi decide di non esserlo. A tutte noi creatrici di vita e di legami». Resiste, Georgina, e sorride con un macigno dentro, simbolo della vita che, come ha scritto, dà e toglie, intreccia felicità e sofferenza, serenità e tristezza, e non fa eccezioni: lei era il volto del successo, della gioia, della perfezione, della bellezza, abbiamo scoperto che come tutti è fragile, vulnerabile. Ci ha ricordato che nessun lusso fa scudo agli agguati del destino e insegnato che anche dopo le cadute più brutte, quando tutto sembra nero, si può trovare un appiglio per rialzarsi, un motivo per vivere. In nome del futuro e dei bambini che lo vivranno, senza mai dimenticare un fratellino sfortunato.

BaNNER
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