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Un evento che vale 4 milioni: «Così il marrone ha conquistato pure i visitatori stranieri»

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Per vivere la Fiera Nazionale del Marrone di Cuneo in maniera ancora più straordinaria può essere utile soffermarsi su alcune curiosità che riguardano proprio la grande protagonista di questa manifestazione dalla storia antichissima, ovvero la castagna.
Come riporta il portale ufficiale dell’evento, già nei primi anni del Novecento la castagna di Cuneo era famosa anche all’estero, tant’è che negli Stati Uniti d’America il saporitissimo frutto tipico della Granda era chiamato “le Cuneo”.
Scorrendo le pagine del sito, si scopre anche che la prima Igp cuneese è stata proprio la castagna. E non solo. Si scopre pure che San Rocco Castagnaretta deve il suo nome ai molti castagneti che un tempo si trovavano in quella zona dell’altipiano di Cuneo. Passando alle curiosità legate in maniera specifica alla Fiera del Marrone, viene evidenziato come la kermesse, nelle sue edizioni iniziali, si svolgesse nel corso della prima settimana di ottobre. In seguito, la data della manifestazione venne spostata in avanti per un motivo preciso: a inizio ottobre, infatti, si faticava a reperire castagne a sufficienza. Simpatico anche un altro particolare: durante la terza edizione della Fiera, comparvero le “castamele”, ossia delle mele che presentavano una sagoma di castagna sulla buccia. Per realizzarle vennero attaccati, a mano, centinaia di bollini a forma di castagna sulle mele in maturazione.
Nelle edizioni successive, invece, nacque la “castanella”, ovvero una caramella a base di castagna, realizzata facendo essiccare le castagne in modo da poterle rendere degustabili in un modo del tutto simile a quanto avviene con le caramelle tradizionali. Dando infine uno sguardo ai “numeri”, si stima che l’indotto della Fiera, tra spese dirette, prodotti venduti e incassi di alberghi, bar e ristoranti, raggiunga i 4 milioni di euro. Una cifra notevole a cui va aggiunto il significativo valore immateriale che l’evento assicura alle eccellenze del territorio, promuovendole in maniera straordinaria ben oltre i confini della provincia di Cuneo e dell’Italia.