C’erano i bambini – tantissimi, con le bandierine tricolori -, gli an­zia­ni, le famiglie, i borghigiani, gli studenti, i rappresentanti del mondo pubblico e di quello privato, le autorità civili e militari: tutti hanno voluto tributare un caloroso abbraccio e sentitissimi applausi al presidente della Repubblica, Sergio Mat­ta­rella, che venerdì 7 ottobre è stato in visita ad Alba. Un evento che rimarrà nella storia non solo della capitale delle Langhe ma dell’intera provincia di Cuneo e del Piemonte. Riavvolgendo il nastro è bene partire dall’inizio, ovvero dalla lettera d’invito scritta alla Presidenza della Repubblica dal presidente della Regione Piemon­te, Alberto Cirio, e dal sindaco di Alba, Carlo Bo.

Un invito che ha fatto centro in virtù dell’ottimo legame che unisce il presidente Mattarella al Piemonte – come ha confermato in un’intervista esclusiva a IDEA il suo portavoce, Gio­vanni Grasso – e dell’importanza degli anniversari citati nella missiva, ovvero il centenario della nascita dello scrittore e partigiano Beppe Fenoglio e il bicentenario della nascita del ministro albese Michele Cop­pi­no, noto per aver varato la ri­forma che rese obbligatoria e gra­tuita la frequenza della scuo­la elementare fino ai nove anni.
Il viaggio albese di Mattarella è iniziato in uno dei diamanti delle colline del vino patrimonio Unesco: il Castello di Grin­za­ne Cavour. Il Capo dello Sta­to, accolto nel ma­niero dai vertici di Regione, Provin­cia, Co­muni di Alba e Grinzane Ca­vour e Prefettura e Que­stura, oltre che dai rappresentanti dell’Enoteca Re­gio­nale Pie­montese Cavour, ha partecipato a un pranzo strettamente privato, che ha visto intervenire anche la signora Maria Franca Ferrero e il figlio Giovanni.

Nel pomeriggio, l’arrivo nel Teatro Sociale di Alba, dove ad attendere Mattarella c’erano tantissimi alunni del­le scuole del territorio che hanno salutato il Presidente con grande entusiasmo. Presente anche Famija Albeisa che ha donato a Mattarella un libro su Coppino.
In sala, alla presenza dei Sindaci dei 247 Comuni della provincia di Cuneo, protagonisti sono stati gli studenti che hanno evidenziato come, so­prattutto in una fase delicata e complessa come quella che stiamo vivendo, l’istruzione e la formazione siano dei diritti imprescindibili, prendendo spunto dai grandi esempi lasciati da personaggi come Michele Coppino e Beppe Fenoglio, ricordati sul palco con due elementi-simbolo: la macchina da scrivere dello scrittore-partigiano e la statua commemorativa del politico. Ad alimentare il dibattito – promosso con la partecipazione del Centro Studi Beppe Fe­noglio del presidente Riccardo Corino – hanno contributo, tra gli altri, il sindaco di Alba Bo e il governatore del Pie­monte Cirio, i cui interventi, particolarmente emozionanti e carichi di valore, sono stati applauditissimi. Poi ha preso la parola il pre­sidente Mattarella. At­te­sissimo, alla platea del Teatro Sociale “Giorgio Busca” ha detto: «La provincia italiana è stata protagonista della costruzione dello Stato unitario pri­ma e della Repubblica dopo – ha osservato il Capo dello Stato -. E non ho bisogno di ricordarlo di certo qui, nella “provincia Granda”, serbatoio di valori morali, di esempi di impegno civico e di passione civile. Ad Alba ricordiamo due protagonisti di questi sentimenti, di queste attitudini: Mi­chele Coppi­no e Beppe Fe­no­glio. Oggi li ri­cordiamo, sottolineando co­me costituiscano testimonianza della fecondità di questa città. Li ricordiamo in un giorno di festa per il territorio, una festa abbinata al lavoro, alla fatica che è manifestata oggi dall’appuntamento tradizionale della Fiera del Tartufo, un’eccellenza delle Langhe, dove la gastronomia è, in realtà, cultura».

Dopo aver ripercorso la vita di Fenoglio e Coppino, rimarcando il valore dell’istruzione e della cultura, fondamentali per rendere una nazione libera e unita, il presidente Mat­tarella ha dichiarato che il territorio albese, anima del Risor­gi­mento ed espressione della ri­nascita dopo la “malora”, fa bene a «guardare con orgoglio al risultato di decenni e decenni di laboriosità intelligente che, con tenacia, hanno condotto sin qui, a questa condizione, di cui essere davvero orgogliosi per la gente di questo territorio».
Infine, un ringraziamento a nome della Repubblica: «La marcia dei coscritti piemontesi, inno fatto proprio dalla Bri­gata Alpina Taurinense, ri­cor­da la determinazione e l’impegno offerto dalle genti di que­sto territorio verso l’unità d’Ita­lia prima e verso la libertà dopo – ha concluso Mattarella -. Lo ricorda con il verso “L’è ‘l Pie­mont ch’a i-dà a l’Italia soa pi bela gioventù”. Sono lieto, ri­petendo queste parole, di rendere oggi, qui, omaggio, a no­me della Re­pubblica, alle virtù civiche di questa terra e alle sue genti». Applausi e tanta, tanta emozione, sia per i più piccoli che per i più grandi. Sen­timenti diffusi pure nella par­te conclusiva della visita di Mattarella, il quale ha dato l’arrivederci ad Alba dopo aver visitato la Fiera del Tartufo appena inaugurata (ne parliamo alle pagine 44 e 45). Cosa resta di quest’esperienza? Lo ha spiegato il presidente del Pie­monte Cirio, a nome di tutto il territorio: «Da­van­ti a noi ci sono degli ostacoli, ma insieme, come comunità e Pae­­se, ce la possiamo fare. La vi­sita del presidente Mat­tarella ci ha riempito di gioia e di certezze. Certezze sul fatto che ce la faremo».