Oltre 200 invitati hanno preso parte, presso l’Azienda Agricola Maia, venerdì 30 settembre, all’i­naugurazione del Greenhas Research Center di Canale. L’ufficiale taglio del nastro ha visto protagonisti il presidente Greenhas Giuseppe Gonella, il sindaco di Canale Enrico Faccenda e don Eligio Mantovani, parroco di San Vittore a Canale.

E proprio il primo cittadino del comune roerino nell’occasione ha rimarcato: «L’ammi­n­istra­zione pubblica ha accompagnato con piacere questo im­portante progetto. Molti studenti verranno in questo centro di ricerche internazionale. Per il nostro territorio l’agricoltura è da sempre un tema centrale e con la sensibilità di Greenhas da oggi assume anche valenza in chiave sostenibilità».

Il taglio del nastro è stato anticipato da un incontro i cui relatori Lorenzo Gallo, vicepresidente Greenhas Italia Spa, Valeria Contartese, R&D Di­rec­tor e il professor Stefano Man­cu­so, docente di Arboricoltura Generale e Coltivazioni Arboree all’Università di Firenze, direttore della “Fondazione per il futuro delle città” che si occupa di innovazione, sostenibilità e rigenerazione urbana, incoronato dal New York Times “World Changer” tra gli uomini destinati a cambiare il mondo, si sono confrontati su tematiche di grande attualità come innovazione ed etica, cultura e sostenibilità, ricerca e futuro.

«Greenhas è un’azienda nata nel 1985», ha sottolineato Lorenzo Gallo, «e si è specializzata nella nutrizione vegetale con l’obiettivo di ricercare e realizzare, utilizzando principalmente sostanze di origine naturale, formulati innovativi caratterizzati da alta efficacia nutrizionale, elevata velocità di assorbimento e basso impatto ambientale. I nostri prodotti si sono inizialmente imposti sul mercato italiano. In seguito, grazie alle competenze tecniche maturate in Italia, è stato naturale per il nostro Gruppo ampliare il mercato nell’area del Mediterraneo e del Medio Oriente. Attualmente Greenhas Group commercializza i suoi prodotti in oltre 60 Paesi nel mondo e il nostro fatturato per il 75% è rivolto all’estero. Sul fronte delle innovazioni siamo sempre stati veloci: non a caso infatti, già da tempo siamo orientati verso i biostimolanti, utilizzando nell’ambito della “circular economy”, anche sottoprodotti alimentari e non solo, in grado di migliorare l’azione dei nutrienti che possono così agire in maniera più efficacie sulla pianta. La finalità rimane quella di migliorare la produzione delle colture dal punto di vista quantitativo e soprattutto qualitativo generando così un beneficio economico per gli agricoltori. L’agricoltura era ed è un settore strategico in quanto fondamentale per la sicurezza alimentare. La grande sfida dell’agricoltura è, banalizzando, “produrre di più con meno” mantenendo, se non alzando, la qualità delle produzioni, intesa anche come assenza di contaminanti. Negli ultimi anni poi si parla con insistenza di stress climatico a cui noi rispondiamo con soluzioni nutrizionali in perfetta sintonia con le politiche comunitarie ed in particolare con la strategia “Farm to Fork”, parte importante dell’European Green Deal. Sono sfide che progettano una nuova politica alimentare attraverso misure e obiettivi che coinvolgono l’intera filiera alimentare, dalla produzione al consumo, con la massima attenzione all’ambiente».

“Pianeta verde e resilienza” sono stati invece, i temi caratterizzanti dell’intervento del professor Stefano Mancuso che alla platea ha ricordato: «Oggi sul pianeta ci sono quasi 3000 miliardi di alberi, quasi la metà di 10.000 anni fa, quando ebbe origine l’agricoltura. Duemila miliardi di alberi persi sono stati tagliati negli ultimi due secoli». E sul fronte della foresta primaria ha ribadito: «In Europa fino a inizio del XIX secolo si poteva viaggiare da Palermo ad Oslo attraversando una ininterrotta foresta primaria. Oggi pochi scampoli… Il saldo mondiale è di meno 15 miliardi di alberi ogni anno! Attualmente ci troviamo nel mezzo della quarta estinzione di massa ma il processo è molto veloce se si confronta con la durata della quinta estinzione dei dinosauri che durò quasi 2 milioni di anni. Dobbiamo non dimenticare che la vita è una rete di connessioni tra le specie. Se non c’è una rete di connessioni tra gli esseri viventi, la vita scompare. Siamo ospiti di un pianeta dove l’86% dell’intera biomassa è vegetale. Il restante inferiore al 3% è da suddividersi in insetti, uccelli e mammiferi. La specie umana con i suoi 7 miliardi di esemplari rappresenta soltanto lo 0,3% dell’intera biomassa. Per un alieno che osservasse il pianeta saremmo apparentemente irrilevanti».

E ha concluso il suo intervento con un prezioso consiglio alla platea: «Per abbattere l’anidride carbonica occorre piantare sul pianeta 1000 miliardi di alberi. Soprattutto negli ambienti urbani. Gli alberi possono essere i nostri più straordinari alleati nella lotta contro il cambiamento climatico, anche per l’eccezionale capacità di adattamento che le specie vegetali dimostrano rispetto ai mutamenti del contesto in cui si trovano inserite. In particolare, le azioni di forestazione urbana possono rivelarsi una strategia vincente per tentare di riequilibrare gli ecosistemi delle città».

Valeria Contartese, R&D Direc­tor ha invece invitato la platea a riflettere sul valore della sostenibilità che è «stata pronunciata la prima volta nel 1992 in una conferenza dell’Onu sull’ambiente. La definizione esatta ribadisce “Lo sviluppo sostenibile è quello che soddisfa le necessità delle attuali generazioni senza compromettere la capacità delle future generazioni di soddisfare le proprie”. Un pensiero etico, indubbiamente di moda, ma che deve diventare un modus operandi, soprattutto per noi che lavoriamo nel settore dell’agricoltura. Greenhas Group pone infatti la parola sostenibilità abbinata all’innovazione nella sua vision e mission. Facciamo ricerca, produzione e commercializzazione di fertilizzanti speciali e biostimolanti cercando di fornire soluzioni concrete agli agricoltori che ogni giorno sono chiamati a fronteggiare situazioni difficili. E il Greenhas Research Center, fortemente voluto dal nostro presidente Giuseppe Gonella, è frutto anche di un corale impegno che ci ha visto collaborare con le aziende, i centri di saggio, le Università… Nel centro vengono ideati formulati che vengono successivamente testati e valutati nei terreni e nella serra della società agricola Maia di proprietà del Gruppo che è un esempio di coltivazione agricola moderna e sostenibile.

La struttura, ispirata al mondo vegetale, ospita tre unità di ricerca e una stazione sperimentale: Microbiology Unit per l’isolamento, la selezione e la stabilizzazione di microrganismi naturalmente presenti nel suolo da impiegare nei biostimolanti Greenhas per l’ottenimento di produzioni sostenibili e di qualità; Plant Chemistry Unit per l’ideazione, la formulazione e la caratterizzazione di prodotti innovativi, Plant Phy­siology Unit per studiare i cambiamenti che i prodotti Green­has inducono sulle colture agrarie a livello fisiologico, biochimico e trascrittomico, aiutandole a produrre di più con meno risorse e Experimental Station per selezionare i prodotti agronomicamente più efficaci grazie alle prove condotte in camera di crescita, serra e campo demo».
Ai partecipanti è stata donata una particolare cartolina che permetterà agli ospiti dell’evento di incrementare la fo­resta Greenhas piantando un albero e seguendone, passo passo, attraverso il sito www.treedom.net/iltuoalbero, la crescita. Consultando inoltre il Diario dell’albero, ogni utente registrato potrà ricevere una notifica che lo invita a scoprire le coordinate Gps specifiche della pianta e dopo appena 15 giorni, anche una foto dell’albero piantumato. Infine, ciascun invitato, ha ricevuto in omaggio i semi della Stella Alpina, un fiore piccolo, ma tenace, considerato un vero prodigio della natura in quanto capace di sopravvivere in habitat difficili.