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Ospedali di Cuneo taglio del nastro e nuove scadenze

Il presidente Cirio fa chiarezza sui tempi: «Passaggi rispettati, a novembre altro step»

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Un nuovissimo re­parto di terapia semi-intensiva è stato inaugurato all’Ospedale S. Croce di Cuneo. Tredici mesi di lavori finanziati dal Piano Arcuri che valgono 18 posti letto dopo una riqualificazione dell’impiantistica e dell’allestimento locali. Per il taglio del nastro, al secondo piano dell’Ospedale, erano presenti il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio e l’assessore regionale alla Sanità e Welfare, Luigi Genesio Icardi, l’assessore del Comune di Cuneo, Alessandro Spedale, il consigliere provinciale Vin­cenzo Pellegrino e, tra gli altri, il consigliere regionale Paolo Demarchi, il senatore Giorgio Bergesio, l’onorevole Monica Ciaburro, il presidente della Fondazione Crc, Ezio Raviola e la presidente della Fondazione Ospedale di Cu­neo, Silvia Merlo.

Nel corso dell’inaugurazione, Alberto Cirio ha preso la parola per fare il punto con grande accuratezza sulla costruzione del nuovo ospedale, confermando l’area prescelta del Carle e annunciando che a metà novembre sarà convocata la Conferenza dei Servizi, con istituzioni, enti e tutti i portatori di interessi: «Non si poteva parlarne troppo fino a questo momento – ha subito spiegato il presidente della Regione – perché si trattava pur sempre di un tema d’interesse politico, ma la campagna elettorale è finita e mi sembrava giusto, a questo punto, fare un po’ di chiarezza. Questo è l’ospedale di riferimento per tutta la nostra provincia. Certo, è importante quanto lo sono tutti gli altri in Piemonte, anche se non tutte le strutture sono uguali. Qui bisognava avviare le procedure per tempo e senza commettere errori». Una ris­posta alle velate accuse che ipotizzavano alcune perdite di tempo tra i diversi passaggi burocratici. Cirio ha puntualizzato: «Siamo partiti dalla delibera del Consiglio regionale, prima di tutto. Ma c’era da decidere dove costruire il nuovo ospedale e spettava a un organismo territoriale, la conferenza dei sindaci. Nel 2021, in piena pandemia, avevamo ottenuto la disponibilità di un finanziamento con decreto statale, 310 milioni di euro. Quindi avevamo la delibera e anche i soldi. Restava da decidere, oltre al luogo, quali tipologie di servizi prevedere per il nuovo ospedale e con quali dimensioni. Per fare questo allora, Fondazione Crc ha finanziato uno studio specifico. E a maggio un privato, un soggetto esecutore, ha portato una proposta in partecipazione pubblico-privato: da qui sono partite altre valutazioni. La Regione ha verificato che fosse una proposta fondata, poi è toccato all’azienda sanitaria. Parliamo di un intervento da 400 milioni. Le cose andavano fatte con cautela e attenzione. Restano alcuni aspetti da approfondire, intanto per novembre procederemo con l’iter di realizzazione attraverso un organismo con tutti i soggetti interessati sul territorio. In­somma, non abbiamo perso un giorno, ma abbiamo seguito procedure che sono complesse e lo abbiamo fatto anche con la dovuta riservatezza».

Tornando alla struttura di terapia semi-intensiva dell’ospedale attuale, l’assessore alla Sanità della Regione Piemonte, Luigi Genesio Icardi, ha sottolineato: «La Sanità regionale ha compiuto uno sforzo gigantesco». Inoltre, il direttore generale Elide Azzan ha fatto un bilancio della situazione alla luce delle emergenze affrontate: «Dopo l’inaugurazione della Piastra Endoscopica e della nuova Terapia Intensiva avvenuta lo scorso mese di aprile, siamo riusciti a concludere questo terzo importante progetto edilizio. Un intervento che è anche una risposta alle criticità evidenziate nel corso della pandemia da Covid-19. La gestione della nuova struttura consentirà la necessaria flessibilità di utilizzo attraverso appropriate mo­dulazioni tra area Semin­tensiva, Intensiva e di Os­servazione Breve Intensiva per rispondere alle diverse esigenze clinico-assistenziali dei pazienti in un ambito multispecialistico e multiprofessionale appropriato». Non solo, sono previsti ulteriori progressi su altri fronti: «Intanto, sono stati avviati – ha aggiunto Azzan – anche i lavori di adeguamento per la revisione dei percorsi del Pronto Soccorso/Dea, un altro passo avanti in direzione del buon uso di un Ospedale hub come quello di Cuneo che deve garantire efficacia e sicurezza delle cure a tutti i cittadini che vi accedono».