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Dai Marlene Kuntz suoni alternativI per nuove energie

Nel concept album “Karma Clima” la band cuneese lancia il suo messaggio sul clima con la consueta poesia di Godano e una musica che ispira

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Musica legata a un messaggio dirompente. “Karma Clima” arriva sei anni dopo l’ultimo album (“Lunga attesa”) e parte da qui, dalle parole di Cristiano Godano che caratterizzano l’incipit di “La fuga”, ovvero: «Ci hanno imbrogliati, divisi e domati donandoci socialità». Sono le parole di chi si guarda intorno e, osservando il panorama multiforme dell’attualità, prova a non perdere il filo del discorso.
La musica che parte dal messaggio. Per i Marlene Kuntz si tratta ormai di un’esigenza irrinunciabile. La transizione climatica non è che l’argomento centrale attorno al quale si sviluppano le riflessioni musicali della band cuneese. Un concept album che arriva dopo tre anni di lavoro, certamente condizionato dalle distopie della pandemia e dell’isolamento, per sottolineare non solo l’ineluttabilità dei cambiamenti climatici, ma anche e soprattutto l’immobilismo dei governi mondiali su un problema che ci interessa tutti e che rischia di condizionare pesantemente la vita delle generazioni future.
La musica dell’ultimo periodo è ovviamente pervasa da questo tema ma in pochi hanno saputo farne un tema ispiratore come i Marlene Kuntz. Il compito di Cristiano Godano, con le sue liriche poetiche e sognanti si sviluppa lucidamente e si fonde nella musica prodotta assieme a Riccardo Tesio, Luca Saporiti e Davide Arneodo, mentre Luca Bergia è stato sostituito alla batteria da Sergio Carnevale nel quintetto base, con la produzione affidata a Taketo Gohara e le partiture eseguite dall’Or­che­­stra Sinfonica di Buda­pest.
Ma il luogo dove l’opera è stata concepita resta quello di casa, le colline cuneesi, in tre diverse residenze. Tra ottobre e dicembre 2021 a Ostana, alla Borgata Paraloup che è una comunità montana di tradizione partigiana. Altra tappa è stata quella di Piozzo, nelle Langhe, al Birrificio Agricolo Baladin, dove il nuovo lavoro è stato anche presentato in anteprima. Ma questo lavoro, vicino al territorio, ha permesso evidentemente alla band di sviluppare un’energia soprattutto introspettiva, che fa emergere la consueta maniacale attenzione al dettaglio. Ne consegue una linearità e una pulizia del suono che regala all’ascoltatore un senso di appagamento immediato. Le chitarre sono meno protagoniste che in passato e lasciano spazio ai suoni dei sintetizzatori analogici e, piuttosto, ai pianoforti. Queste atmosfere sospese, oltre al ricorrente tributo ai Radiohead (il brano “Acqua e fuoco” ne è un esempio), ricordano in qualche modo e a tratti il miglior Battiato. In “L’aria era l’anima” in particolare, questa magia si staglia riconoscibile, sostenuta dalla poesia di cui è capace Godano che regala a tutto il disco uno spirito visionario. Una ballata dolce che pure narra la tragicità degli eventi possibili. «Questo disco – ha spiegato Godano stesso – prova a scuotere poeticamente gli animi della gente per non perdere ulteriore tempo». C’è una tensione lenta che guarda a un futuro di redenzione, espressa bene da “Laica preghiera” dove il contributo di Elisa tocca vertici notevoli. C’è un filo conduttore che non manca mai, una coerenza complessiva che ribadisce appunto l’efficacia sottesa del concept album. Ecco perché il progetto prevede anche un documentario e una birra realizzata dal brand artigianale Baladin, ovviamente distribuita in limited edition. Le date del tour vedranno il gruppo passare da Torino in data 11 novembre, al Supermarket.