Home Articoli Rivista Idea “Elsa, la più brava” così va in scena la grande scrittrice

“Elsa, la più brava” così va in scena la grande scrittrice

Sabato ad Alba l’evento di “InPoetica” dedicato a Morante e ispirato da Alessandra Morra

0
1

L’attesa è tutta rivolta a sabato quando, alle 21, sul palco del Teatro Sociale G. Busca di Alba, andrà in scena il nuovo evento di “InPoetica”, organizzato ancora una volta dall’architetto Alessandra Morra: “Elsa, la più brava”. L’omaggio è per Elsa Morante che nella presentazione dell’evento è descritta come l’autrice di alcuni dei maggiori romanzi del Novecento europeo, protagonista della nostra storia culturale, moglie di Alberto Moravia, amica di Pier Paolo Pasolini.
Ma chi è stata davvero Elsa Morante? Il ritratto di “InPoetica” restituisce il carattere spigoloso e la passione per Luchino Visconti, la guerra, i romanzi amati dai lettori (meno dai critici), il litigio con Pier Paolo Pasolini, le ceneri sparse a Procida. Elsa timida ed intellettuale. In una definizione, la più brava.
Lo spettacolo prevede la partecipazione di interpreti di prim’ordine: Fran­cesco Sici­liano, Gerardo Balestrier (fi­sarmonica sola), Anna Bar­bero Beerwald (pianoforte solo), Alessandra Morra e poi Angioletta Cuccé e Paola Lombari. Con il contributo di Adotta un Filare di Ca­stagnole delle Lanze e dell’agenzia immobiliare Her­bak.
Tutto ruota attorno alla verve creativa di Alessandra Morra. Come testimonia lo stesso Guido Harari, fotografo: «Alessandra ha il raro dono di trasformare le parole in fatti. Così mi ha coinvolto fin da una delle prime edizioni di “InPoetica”, una manifestazione che si è subito affermata come un evento raffinato in cui far intersecare tutte le arti attraverso chiavi di lettura felicemente non ortodosse. Alessandra non fa mistero delle sue passioni: le vive fin nell’intimo, ne è irrimediabilmente posseduta. Penso al “suo” Mahler, al “suo” Pavese, al “suo” Fenoglio, che continua a presentare e rappresentare alla ricerca di nuove possibili connessioni. Per “InPoetica” il “mio” Pasolini e il “mio” De André hanno stretto la mano ai “suoi”, dando vita a serate memorabili di grazia e bellezza. Non solo, hanno offerto insostituibile cibo per la mente nel tempo morto che stiamo attraversando. Il grande vuoto che ci sta inghiottendo pesa un’oncia di meno grazie al lavoro totalizzante di persone folli e illuminate come Alessandra. Splendere, sempre splendere, alla faccia di tutto e tutti, è una delle grandi lezioni di Pasolini. Alessandra ne fa una pratica quotidiana: il segreto stesso del riuscire a vivere».