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L’opinione di Francesco Starace

«L’Italia può affrancarsi dal gas grazie alle rinnovabili con batterie e reti digitali. E intanto le domande di pannelli fotovoltaici sono triplicate»

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IL FATTO
A che punto siamo davvero con la transizione energetica? E quanto è concreta la prospettiva di passare a un sistema energetico finalmente libero dagli idrocarburi?

C’è davvero oppure no un futuro immediato e alternativo a quello del gas? Si può pensare ad esempio all’energia solare come ad una prospettiva concreta, al di là delle parole dette e non dette? Perché l’esigenza, sottolineata dai mercati e dalle emergenze mondiali, appare sempre più irrinunciabile. E non solo alla luce degli sviluppi della guerra e dell’impennata dei costi che ha travolto anche i consumi di energia. Ma, al tempo stesso, mille ostacoli – di natura soprattutto burocratica, ma non solo – sembrano allontanare il momento in cui si potrà finalmente contare su un’energia più pulita e più vantaggiosa. Almeno per quanto riguarda il nostro paese, dove ci si perde dietro a mille parole nonostante spesso le soluzioni siano dietro l’angolo.
Secondo Francesco Starace, l’amministratore delegato di Enel, il momento del salto di qualità è invece vicino. Semplicemente perché ineluttabile: «l’Italia può affrancarsi dal gas utilizzando le rinnovabili se si usano le batterie e le reti digitali». Quindi c’è anche un’indicazione concreta per attuare davvero il cambio di sistema.
A proposito di questo argomento, Starace non ha dubbi: «La transizione si fa, è in corso in tutto il mondo ed è inevitabile, è un fatto di cui dobbiamo rallegrarci e di cui dobbiamo essere protagonisti». In effetti si tratta di una grande opportunità, perché l’Italia ha tutto per poter essere protagonista.
Come spiega Starace: «Nei primi sei mesi del 2022 le domande di allacciamento di pannelli fotovoltaici sono triplicate in Italia rispetto al semestre precedente». Un risultato certamente significativo, che in qualche modo esprime la ricerca di una forma d’energia migliore. «I circa 450 Mw mediamente installati in un semestre – continua il manager -, nei primi sei mesi del 2022 sono stati 1.200 e alla fine dell’anno ne avremo 2.500. Se si raddoppia l’anno prossimo, siamo già a 5 degli 8mila indicati dal ministro Cingolani»
Secondo Starace, inoltre, l’Italia «è il Paese della tecnologia, anche se non ne siamo coscienti. Abbiamo la fortuna di non dover chiudere miniere di carbone come la Polonia e la Germania e di non avere più una scelta da fare tra il petrolio, che non abbiamo, e le rinnovabili». Ecco perché si tratta di un passaggio inevitabile, oltre che ovviamente conveniente e sostenibile. «Possiamo scegliere se dipendere ancora dal gas o meno per la produzione dell’energia elettrica, ma lo stanno già facendo gli italiani installando 12mila Mw di pannelli solari senza che il sistema se ne sia accorto». Uno strano caso di richiesta non ancora soddisfatta dall’offerta. È il solito problema di un’Italia che viaggia a due velocità e che lascia per strada tante opportunità di crescita, spesso facendosi del male. La sfida della transizione però è assolutamente decisiva: non si può sbagliare.

BaNNER
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