“La giustizia dell’incontro”: a Villanova Mondovì l’ex Ministro Marta Cartabia

Il prossimo 11 novembre, al teatro Garelli, una serata di altissimo profilo con l'ex guardasigilli, Adriana Faranda e Maria Agnese Moro. Il vicesindaco Pianetta: «Un evento che ci riempie di orgoglio per una tematica particolarmente attuale: preambolo d’eccellenza in vista della nona edizione di BEE»

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Marta Cartabia

Sarà lo storico teatro civico Garelli di Villanova Mondovì a fare da palcoscenico, il prossimo 11 novembre alle ore 21.00, al primo evento di anteprima della nona edizione di “BEE – formaggi di montagna” (Villanova Mondovì, 19-20 novembre). Un momento di altissimo profilo istituzionale e di forte attualità, nel quale si confronteranno il ministro della Giustizia uscente, Marta Cartabia, l’ex brigatista Adriana Faranda e la giornalista Maria Agnese Moro, figlia dello statista ucciso dalle Brigate Rosse.

Un confronto aperto sulla certezza della pena, sulla condivisione del dolore, sull’esigenza di curare il passato, ma anche sulla necessità di una buona rieducazione affinché prevalgano i processi di reinserimento sociale e di riaffermazione della dignità umana. La recente riforma Cartabia pone sotto i riflettori la ‘giustizia riparativa’ che “non è una forma di clemenza, un condono, un risarcimento del danno, un indulto, un’amnistia: è una realtà che sta dando forma al diritto”. Sul palcoscenico villanovese si alterneranno tre voci autorevoli per tre sguardi che convergono verso la medesima “giustizia dell’incontro”, nonostante la profonda divergenza esperienziale che li contraddistingue.

«Siamo orgogliosi di poter ospitare, come preambolo di “BEE”, un evento di alto livello qualitativo», è il commento del vicesindaco e assessore alle Manifestazioni, Michele Pianetta. «La certezza e l’adeguatezza della pena, ma anche l’umanizzazione della giustizia e l’imprescindibile importanza del confronto e dell’incontro. Un momento dalla forte valenza simbolica, che inaugura di fatto un’edizione di “BEE” particolarmente ricca di spunti culturali, letterari e sociali».

Marta Cartabia, dopo aver conseguito la laurea in Giurisprudenza e aver partecipato a corsi internazionali in Francia e negli Stati Uniti, è stata ricercatrice di Diritto costituzionale presso l’Università degli Studi di Milano e assistente di studio presso la Corte costituzionale. Professore ordinario di Diritto costituzionale, è esperta di diritto internazionale e dei temi dell’integrazione dei sistemi costituzionali europei e nazionali.

Nel 2011 è stata nominata dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, giudice della Corte costituzionale, dal 2014 al 2019 è stata vicepresidente della Consulta, anno in cui è stata eletta presidente, prima donna a ricoprire tale carica, rivestita insieme a quella di giudice costituzionale fino al 2020. Dal 13 febbraio 2021 al 22 ottobre 2022 è stata ministro della Giustizia del governo Draghi. Nello stesso anno è stata nominata da Papa Francesco membro ordinario della Pontificia Accademia delle Scienze sociali. Nel 2022 è stata eletta presidente della Casa di Dante a Roma. Dama di Gran Croce ordine al
merito della Repubblica italiana (2011). Tra le sue pubblicazioni più recenti, “Giustizia e mito.

Con Edipo, Antigone, Creonte” (con L. Violante, 2018) e “Un’altra storia inizia qui. La giustizia come ricomposizione” (con A. Ceretti, 2020).

Adriana Faranda, classe 1950, dopo un periodo di militanza in Potere Operaio, aderì alle Brigate Rosse nel 1976, diventando uno dei membri della colonna romana. Ebbe un ruolo attivo durante il sequestro di Aldo Moro, pur schierandosi tra i brigatisti che proposero la liberazione dello statista. Per via di alcune divergenze di vedute con l’organizzazione, nel 1978 abbandonò le BR per costituire una nuova formazione armata di estrema sinistra denominata MCR (Movimento Comunista Rivoluzionario), attiva fino al 1980. Nel 1979 fu arrestata per essere stata riconosciuta come la donna che acquistò i berretti utilizzati dai brigatisti durante la strage di via Fani. Dissociatasi dal terrorismo, fu scarcerata nel 1994.

Maria Agnese Moro, nata nel 1952, laureata in psicologia con diploma di bibliografia e biblioteconomia della Biblioteca Apostolica Vaticana, è una giornalista pubblicista che collabora oggi con il quotidiano “La Stampa” e il mensile “Madre”. Ha lavorato per dieci anni presso l’ufficio studi della sede nazionale della CISL, per poi occuparsi di ricerca, relazioni istituzionali in Italia e nell’Unione Europea e di politica culturale per enti di ricerca sociale senza fini di lucro. Ha militato in organizzazioni della società civile legate al riconoscimento e alla tutela dei diritti dei cittadini.

Partecipa alle attività della “Rete degli archivi per non dimenticare”, promossa dal “Centro di documentazione Archivio Flamigni” di cui è socia. Ha, infine, un particolare interesse per le questioni legate ai diritti umani e ha curato il testo “Attualità dei diritti umani” edito da Rosenberg & Sellier nel 1996. Oltre ad articoli e saggi, nel 2003 ha pubblicato con Rizzoli il libro di ricordi “Un uomo così”, dedicato al padre.

c.s.