Un lungo dibattito, acceso dalle opposizioni, ha preceduto la votazione del ddl “Allontanamento Zero”, DDL64, che, al culmine di anni di proteste, disaccordi e dissidi, oggi diventa legge.
Gli errori che questa norma porta con sé sono innumerevoli secondo le opposizioni ma anche secondo ordini professionali, associazioni di famiglie affidatarie, sindacati, amministrazioni comunali, psicologi, assistenti sociali, neuropsichiatri infantili.
Il primo errore evidente è il titolo stesso della legge, come ha dichiarato in Aula il Consigliere Pd Marello riportando il contenuto di un emendamento: «”Allontanamento Zero” è un titolo fuorviante perché presuppone una legge che vieti gli allontanamenti familiari. Il titolo di una legge dovrebbe fotografarne il contenuto, dunque il provvedimento andrebbe intitolato “Interventi a sostegno della genitorialità e a tutela del bisogno del minore di vivere in famiglia”».
Errato anche il punto di partenza della legge che sembra essere nata in risposta ad un problema che non esiste, ovvero un eccesso di bambini in tutela nella nostra regione o ancor peggio, come ricordato oggi in Aula dalla consigliera Monica Canalis, in risposta al fatto che gli allontanamenti avvengano attraverso l’uso della violenza o esclusivamente per motivi economici». «Gli allontanamenti sono disposti per lo più in situazioni multi problematiche (incuria e trascuratezza, carenza educativa, violenze familiari) e la carenza di reddito non è mai motivo esclusivo di allontanamento», ci ha tenuto a ribadire Canalis.
Il Pd aveva già proposto il ritiro del ddl, così come Francesca Frediani (M4o) aveva auspicato «un confronto maggiore, senza pregiudizi, con la maggioranza per licenziare un testo che possa essere davvero d’aiuto ai minori e alle famiglie».
A nulla sono valsi i suggerimenti, le proposte, gli emendamenti delle minoranze per modificare e migliorare la legge oggi divenuta realtà con il voto contrario del Pd.
Raffaele Gallo, Presidente del Gruppo consiliare Pd, e la consigliera Monica Canalis hanno dichiarato al termine della seduta: «Siamo preoccupati per le conseguenze che questa legge avrà sulla protezione dei minori e sull’istituto dell’affido, nato proprio a Torino nel 1971, ancor prima che ci fosse una legge nazionale sulla materia. Da oggi le famiglie piemontesi sono più sole, l’interesse del minore è subordinato a quello dell’adulto e l’affido è ufficialmente sotto attacco. Si torna indietro di oltre 50 anni, cancellando conquiste culturali e giuridiche che, seguendo il principio secondo cui nessuna famiglia è sola, ma è affiancata da una comunità che la supporta nei momenti di difficoltà, hanno permesso di salvare tanti bambini e famiglie. Allontanamento Zero manda in frantumi queste conquiste e mette una bandierina ideologica fondata sull’esaltazione dei legami di sangue e sulla concezione della famiglia come mondo privato idealizzato in cui nessuno si deve intromettere. La destra piemontese sventola orgogliosamente questa bandierina, sulle macerie del diritto e sulle sofferenze dei bambini, ma non fa i conti con una realtà complessa e con i vincoli giuridici sovra regionali. Una legge sui bambini, che nasce senza confronto e senza risorse aggiuntive, è un fallimento annunciato».
c.s.