L’ambulatorio solidale

Un ambulatorio veterinario a disposizione di tutti i cittadini che hanno un animale d’affezione e che si trovano in difficoltà economica. È un’iniziativa del Comune di Alessandria. La struttura si trova nel Giardino Botanico Dina Bellotti ed è aperta ogni martedì e giovedì, dalle ore 15 alle ore 20. Per usufruirne è necessario fissare un appuntamento con l’Ufficio Welfare Animale del Comune di Alessandria, telefonando allo 0131.515249.
Può accedere all’ambulatorio chi risiede ad Alessandria, ha pensioni minime o Isee molto bassi. Le prestazioni che la struttura eroga gratuitamente sono la visita generale e di controllo, la vaccinazione eptavalente (per i cani), la vaccinazione trivalente e la Felv (per i gatti), i test diagnostici rapidi per la filaria, la leishmania (per il cane) e del virus di immunodeficienza felina e leucemia infettiva felina (per i gatti).
Inoltre, viene fatta attività di prevenzione e trattamento delle endo-parassitosi a carico dell’apparato gastroenterico, somministrata una terapia sintomatica di affezioni a carico degli apparati respiratorio, gastroenterico, ge­nitourinario, muscolo sche­letrico, per otiti, dermatiti e dermatosi, e per patologie oculari superficiali, ferite superficiali, ascessi.
«Forniamo anche la profilassi per la filaria e la leishmania», dice la responsabile dell’ufficio Tutela Animali, Roberta Taverna. «Facciamo il vaccino oppure forniamo le compresse, a seconda della terapia che ciascuno preferisce somministrare al proprio animale». Il Comune di Alessandria si occupa anche delle colonie feline: «In collaborazione con le volontarie che le seguono, garantiamo la sterilizzazione delle femmine e anche dei maschi» dice Taverna.
Tranne per queste prestazioni, non si potranno avere però altri esami ematologici, prestazioni di diagnostica per immagini, procedure chirurgiche, interventi di pronto soccorso e terapie intensive.
«Un servizio decisamente importante che dovrebbe essere esteso ad altri comuni: contrasta efficacemente il rischio di abbandoni o di rinuncia al mantenimento dei propri animali domestici causato dal sopraggiungere di gravi difficoltà economiche riscontrate dai loro proprietari», conclude Taverna.