C’era davvero parecchia gente domenica 6 novembre alle celebrazioni di Rifreddo della ricorrenza della fine della prima guerra mondiale e della festa dell’Unità nazionale e delle Forze armate.
Un evento che oltre ad Amministratori e cittadini, ha visto anche la nutrita partecipazione dei ragazzi delle locali scuole elementari e dei consiglieri del Consiglio comunale dei ragazzi. Più in dettaglio la giornata si è svolta sull’ormai classico canovaccio che vede la riunione delle associazioni locali su piazza della Vittoria, la partecipazione alla Santa messa e poi la processione e le celebrazioni presso il bel monumento ai caduti.
Celebrazioni che si sono aperte con la benedizione del parroco e che sono poi proseguite con i ragazzi della Scuola primaria che hanno ricordato, attraverso brevi brani letterari, le brutture delle guerre e comunicato al resto della popolazione la loro aspirazione ai valori della fratellanza e della pace.
A ricordare che oltre al IV novembre si festeggiavano anche le forze armate e l’unità nazionale ci ha poi pensato il primo cittadino Cesare Cavallo. Un discorso partito dall’attualità che si è poi soffermato sulla tematica della pace e delle azioni necessarie affinché la stessa possa essere raggiunta.
Il sindaco di Rifreddo ha ricordato l’importanza del fare memoria arrivando poi ad analizzare ai nuovi compiti delle forze armate italiane che secondo il primo cittadino sono ormai diventate “più strumento di pace che di guerra”.
La chiusura della cerimonia ha visto la lettura dei nomi dei rifreddesi che non sono più tornati dalle due guerre mondiali. Un momento sempre molto commovente che forse più di ogni altro rende l’idea di cosa significhino le guerre. Finita la commemorazione come di consueto tutti i partecipanti si sono recati sul sagrato della chiesa per l’aperitivo offerto dall’Amministrazione comunale e per concludere in amicizia la mattinata.
“Le celebrazioni di domenica sono state – ha commentato il primo cittadino rifreddese Cesare Cavallo davvero un bel momento di memoria collettiva ma anche un’occasione per far comprendere come tutti noi possiamo e dobbiamo impegnarci per la pace. Molto importante è stata la partecipazione delle scuole. È infatti fondamentale che i ragazzi si rendano conto che la guerra non è quella dei video game ma che la stessa produce conseguenza irreparabili. A questo scopo credo la lettura dei nomi dei tanti morti rifreddesi nei conflitti sia decisamente più utile di qualsiasi discorso. Approfitto quindi per ringraziare le insegnati che si sono impegnate per farli partecipare a questo momento commemorativo come ci tengo a ringraziare le tante associazioni cittadine che sono intervenute”.