Un novembre fitto fitto di laboratori intorno alla lingua occitana dedicati ai bambini delle scuole dei comuni aderenti al progetto coordinato dall’Unione Montana valle Stura “En deman per la noùostro lengo – Un futuro per la nostra lingua”, realizzato grazie ai fondi della Legge 482/99 “Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche”.
A curarli Caterina Ramonda, esperta di biblioteche per ragazzi e di educazione alla lettura, che si dedica anche alla ricerca intorno alla sua lingua, l’occitano, e lavora sui temi del plurilinguismo in collaborazione con l’associazione francese Dulala (https://dulala.fr/).
Tre gli istituti comprensivi coinvolti, “Lalla Romano” di Demonte, “Ing. S. Grandis” di Borgo San Dalmazzo e Ic “Cervasca”, per un totale di circa 300 bambini che frequentano le scuole primarie di: Vinadio (pluriclasse I, II, III), Demonte (terza e quarta), Piano Quinto (terza e quarta), Borgo San Dalmazzo (plesso “Don Luciano” classi terze a,b,c e quarte a,b,c e plesso “Don Roaschio” classi terze a,b,c) e Vignolo (classi seconda e terza).
Al centro dei laboratori, che alternano momenti di narrazione ad attività ludico-creative, le parole. Parole in musica, per imparare a nominare i numeri, le parti del corpo, i giorni della settimana, gli animali e i loro versi attraverso brevi canzoni e filastrocche; le parole utilizzate nelle “formule magiche”, per far venire il sonno velocemente, mandare via la nebbia, girare la frittata…; i nomi delle creature fantastiche minori come la chauchovièio, lo matagot, lo flamason, lo verdin che popolano l’immaginario occitano accanto ai più noti servanòt, masche e foleton.
E poi bònjorn, adieu, salut, per imparare in quanti modi si può salutare, in occitano, ma anche in tutte le lingue parlate da alunni e insegnanti con l’obiettivo di costruire le tessere per un gioco plurilingue.