Il segno che ha lasciato Amilcare Merlo è un qualcosa che va ben oltre la realizzazione di uno straordinario progetto industriale, partito da San Defendente di Cervasca e arrivato a raccogliere l’apprezzamento di clienti e utenti in ogni angolo del pianeta. Il suo tratto – che più volte ha evidenziato, “nero su bianco”, nei tanti progetti abbozzati a mano – è ben visibile in tutto il tessuto socio-economico della Granda, dove traspare la sua capacità di prendersi cura degli altri, delle comunità e, più in generale, di creare valore condiviso.
Con la sua impresa, il Gruppo Merlo, di cui era fondatore e Presidente, ma anche nelle tante iniziative – di utilità sociale – intraprese, ha saputo trasmettere una straordinaria propensione ad “andare oltre”, a occuparsi del lavoro con dedizione, a mostrare un approccio positivo, sempre con umiltà.
Purtroppo dobbiamo parlarne al passato perché nella mattinata di mercoledì 9 novembre è «serenamente venuto a mancare», come ha scritto l’azienda in una nota molto commossa. Il prossimo 24 novembre avrebbe compiuto 88 anni. Un anno fa era scomparsa la sorella Natalina, con cui aveva condiviso tutta l’avventura imprenditoriale. Un’avventura partita molto presto – siamo a metà degli anni Quaranta – quando, giovanissimo, iniziò a respirare l’aria dell’impresa, partita nel 1911, su impulso del padre, Giuseppe Amilcare Merlo, come officina per la lavorazione del ferro: un piccolo laboratorio di 250 metri quadrati che conteneva una forgia, un’incudine, due trafori a colonna e altre attrezzature per la lavorazione dei metalli. Amilcare si affacciò in azienda dopo anni passati a fare l’apprendista, venendo ben presto coinvolto nelle decisioni strategiche aziendali. Tutto ciò, di fatto, assieme alla sorella Natalina, che, dopo la scuola, aveva cominciato ad aiutare il padre e a occuparsi delle paghe e della parte amministrativa.
L’attività imprenditoriale cresce e l’officina si fa stretta: così – siamo nel 1953 – la famiglia Merlo inaugura una nuova area produttiva di 2mila metri quadrati coperti nella periferia di Cuneo. In parallelo, fanno il loro ingresso in azienda macchinari più innovativi, come torni e piegatrici a calandre.
Il coraggio, la tenacia e il dinamismo imprenditoriale che hanno contraddistinto l’attività artigiana della famiglia Merlo, fin dagli esordi, vengono fatti propri da Natalina e Amilcare che, nel 1964, costituiscono la società “A. Merlo e C. Snc di Amilcare e Natalina Merlo”. In contemporanea, viene avviata la costruzione di un nuovo stabilimento di 40mila metri quadrati a San Defendente di Cervasca, alle porte di Cuneo: è l’inizio di un’entusiasmante fase di grande espansione produttiva e commerciale che portano la Merlo a diventare un vero e proprio Gruppo, leader a livello mondiale per quanto riguarda la produzione di macchine operatrici telescopiche.
In questo contesto, emerge ulteriormente la figura di Amilcare che mostra una visione particolarmente moderna, attenta alle necessità dell’azienda, dei suoi lavoratori e della comunità in cui il Gruppo opera. Questa propensione alla creazione di valore sociale – divenuta un modello per tantissimi altri imprenditori della provincia di Cuneo – si manifesta in tutti i progetti, aziendali e non, pluripremiati in tutto il mondo, a partire dalla realizzazione del Centro Formazione e Ricerca Merlo, primo centro in Italia per la formazione e l’addestramento dei conduttori di macchine e attrezzature per il sollevamento di persone, materiali, macchine operatrici e macchine agricole. Lo stesso discorso vale per le novità tecnologiche introdotte in diversi macchinari che, oltre a migliorarne l’efficienza, accrescono la loro sostenibilità economica ed energetica. Grandi progetti – tra cui si segnala anche la sinergia con l’Esercito – per grandi investimenti, che si sono concretizzati in un piano di sviluppo tanto innovativo quanto solido e in un progetto lavorativo che oggi coinvolge direttamente oltre 1.500 persone. Insignito dell’onorificenza di Cavaliere e Ufficiale al Merito Agricolo della Repubblica francese e di Cavaliere del Lavoro della Repubblica italiana, Amilcare Merlo ha esteso la sua passione per il lavoro alle infrastrutture della Granda, contribuendo in maniera significativa a favorirne lo sviluppo e la crescita, come dimostra l’impegno profuso per la valorizzazione dell’Aeroporto di Cuneo Levaldigi.
Già vicepresidente vicario di Confindustria Cuneo e membro del Consiglio Generale di Confindustria Cuneo, oltre che componente del Direttivo della Camera di Commercio, nel novembre del 2020 ha ricevuto la laurea magistrale honoris causa dal Politecnico di Torino in Ingegneria Meccanica.
Cittadino onorario di Cuneo, è stato salutato, circondato dall’affetto della moglie Denise e dei figli Cristina, Paolo, Silvia, Andrea e Marco, con la cerimonia funebre che si è svolta nel Duomo del capoluogo. Una cerimonia molto partecipata e toccante, specie quando hanno preso la parola i nipoti. Legatissimi al nonno, hanno fatto capire che i valori di Amilcare, a partire dall’umiltà e dalla dedizione al lavoro, continueranno a vivere. Non solo nel Gruppo Merlo, ma in tutta la Granda, perché il cavaliere Merlo ha lasciato un segno indelebile che ricorderemo per sempre.