Un sentimento forte e condiviso. Venerdì scorso, in piazza Galimberti, lo sentivi vibrare in mezzo alla folla che lì si è ritrovata per testimoniare il grande affetto nei confronti di Amilcare Merlo. Non mancava nessuno: tra le persone che avevano imparato a stimarlo avendo conosciuto il suo percorso, anche i tanti personaggi delle istituzioni, della vita politica e industriale del Cuneese oltre agli uomini della sua azienda, quella che lui stesso definiva «la famiglia allargata», gli uomini in divisa verde accompagnati dai celebri automezzi dello stesso colore.
Chi lo conosceva bene, sapeva quanto in lui fossero indistinte le qualità umane e quelle di manager. A unirle, la stessa passione. Come ricorda Luca Crosetto, presidente di Confartigianato Cuneo: «Ho un ricordo emblematico, il primo incontro con lui. Mi diede appuntamento in azienda a fine giornata, arrivò dopo di me e si mise a disposizione. Parlammo fino a tardi, senza badare al tempo che passava. Lascia dietro di sé un percorso importante, lui partito da una piccola attività come tanti di noi. Ma quell’officina ha saputo farla diventare un’azienda tra le prime al mondo. Ecco perché rimane un simbolo del “made in Cuneo” che tanti ci invidiano». Ferruccio Dardanello ha parlato di «amicizia fraterna» e quindi di un dolore che ora lo accompagna: «Ci eravamo trovati fianco a fianco in Camera di Commercio. È stato un simbolo dell’imprenditoria cuneese, immenso sul piano umano sia nella sua azienda e sia in società. Ha avuto pochi eguali nella nostra comunità e per questo ora siamo più soli».
Il suo stile non sarà dimenticato. «Lo ricordo come un uomo straordinario, sotto l’aspetto imprenditoriale ma non solo, un uomo che ha fatto tanto per la sua terra, in parte anche nel più rigoroso riserbo – ha detto il presidente di Confindustria Cuneo, Mauro Gola -. Il cavalier Amilcare è stato un uomo che con il suo sorriso, il suo calore, la sua passione e soprattutto la sua presenza ha saputo unire il nostro territorio. Ogni volta che mi confrontavo con lui, agli apprezzamenti per quello che era stato ottenuto, faceva seguire immediatamente l’invito ad andare avanti per fare ancora di più, “perché questa provincia lo merita”, diceva. I valori che ci lascia solo un sigillo simbolico, che si unisce a quello materiale, attribuitogli dalla Camera di Commercio». Gli stessi valori sono stati ricordati nei discorsi dei famigliari al Duomo di Cuneo: tenacia, rispetto per le persone e anche “semplicità”. Il vescovo di Cuneo, monsignor Piero Delbosco aveva anticipato il concetto: «Amava il lavoro, conosceva personalmente i suoi collaboratori, impiegati, operai e le famiglie. Con tutti ha saputo tessere legami forti, così viveva il suo modo di essere imprenditore, carico di umanità». In questo senso, gli esempi spaziano continuamente dalla realtà imprenditoriale agli esempi di vita vissuta: «Oltre che vicepresidente di Confindustria Cuneo, nei miei confronti ha sempre avuto un atteggiamento quasi paterno. Al termine di ogni chiacchierata, mi guardava negli occhi e mi diceva “Noi ci siamo capiti”, nascondendo dietro questa confidenza il segreto di come si fa impresa, una testimonianza che voleva lasciare all’associazione, da lui frequentata con assiduità», ha ricordato Giuliana Cirio, direttore di Confindustria Cuneo.
Non è stata casuale, tanto meno scontata, la scelta del Comune di Cuneo di proclamare il lutto cittadino lo scorso 11 novembre: «Amilcare Merlo – ha dichiarato la sindaca Patrizia Manassero – è stato un grande imprenditore che è riuscito a portare la sua azienda ai massimi livelli internazionali, senza però perdere la presenza sul territorio e la lucida visione di ciò che è utile per lo sviluppo di tutta la comunità cuneese. La nostra città piange la perdita di un cittadino benemerito». Questa onorificenza gli era stata attribuita nel 2014, per i 50 anni di apprezzata attività da parte del Gruppo Merlo.
Come ha sottolineato inoltre il presidente della Regione, Alberto Cirio: «Merlo rappresenta la migliore tradizione di quell’imprenditoria che ha sempre saputo coniugare il successo con l’etica legata alla propria comunità. Un valore che rende il Piemonte una terra fortunata. Ogni suo investimento era per la sua azienda, ma anche per il suo territorio. E lo dimostra l’impegno per l’aeroporto, uno dei progetti in cui ha creduto e investito di più, una delle tante eredità positive che lascia per il futuro del nostro Piemonte».
«I suoi investimenti pensati anche per il territorio»
Alberto Cirio: «L’impegno per l’aeroporto, progetto prezioso per il futuro del nostro Piemonte». La sindaca Patrizia Manassero: «Ecco perché è cittadino benemerito di Cuneo»