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L’opinione di Charles Michel

«C’è bisogno di un quadro chiaro, le proposte sono state fatte un mese prima. Il rischio vero è che alla fine non si possa arrivare a un’intesa»

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IL FATTO
I leader dell’unione europea hanno chiesto un quadro chiaro per agire sul tema
di un tetto al prezzo del gas. Ma mancano segnali concreti, mentre l’emergenza va avanti

Lo ha detto una settimana fa: «Si metta al più presto un tetto al prezzo del gas». Anzi, Charles Michel ha fatto di più: il presidente del Consiglio europeo ha scritto una lettera alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, per chiedere con toni chiari e perentori una immediata accelerazione per la presentazione della proposta relativa al pacchetto energia.

Tra le misure previste per affrontare al meglio l’emergenza energetica causata dalle conseguenze del conflitto in Ucraina, la numero quattro parla esplicitamente di «un quadro temporaneo dell’Ue per fissare un tetto al prezzo del gas nella generazione di elettricità, che comprenda un’analisi dei costi e dei benefici, senza modificare l’ordine di merito, impedendo nel contempo l’aumento del consumo di gas, affrontando gli impatti finanziari e distributivi e il suo impatto sui flussi al di fuori dei confini dell’Ue».

Nella lettera spedita a Von der Leyen, il presidente Michel ha spiegato: «La proposta va fatta sui diversi elementi del pacchetto energia, incluso il price cap dinamico e la piattaforma comune per gli acquisti». Ma il punto è che c’è «una responsabilità nell’assicurare l’attuazione delle conclusioni del Consiglio europeo». Anche perché, come viene sottolineato nella missiva, «I capi di stato e di governo hanno specificamente chiesto tale misura al vertice del Consiglio europeo del mese scorso». Quindi è una questione di modalità e soprattutto di tempistica. Michel ha osservato come, arrivati a questo punto, e soprattutto in vista del Consiglio Affari ed Energia del 24 novembre, ci sia ormai «una necessità di chiarezza sull’organizzazione del lavoro. Devono essere presentate proposte sui vari elementi del pacchetto». E c’è il rischio che i tempi siano lunghi, anche perché le proposte potrebbero essere parziali. C’è il rischio, insomma, che non si arrivi a un’intesa.

E allora bisogna fare in fretta. I temi all’ordine del giorno sono molteplici: il corridoio dei prezzi, la piattaforma comune e il tema dei negoziati con i partner terzi, la riforma del mercato dell’elettricità, il cosiddetto modello iberico, l’accelerazione nelle procedure e i sostegni economici. Tra i punti, si è parlato anche «dell’acquisto congiunto volontario di gas, con l’obbligo per un volume equivalente al 15% del fabbisogno di stoccaggio, in base alle esigenze nazionali, e l’accelerazione dei negoziati con partner affidabili per cercare partenariati reciprocamente vantaggiosi sfruttando il peso collettivo del mercato dell’Unione e facendo pieno uso della piattaforma energetica dell’Ue, aperta anche ai Balcani occidentali e ai tre partner orientali associati». Ma bisogna fare in fretta. Sul tavolo ci sono tante idee, forse troppe, mentre l’emergenza procede.
Michel nella lettera ha chiesto di «conoscere la tempistica prevista per le misure che devono essere proposte». Insomma, serve una soluzione.