Pro Dronero, il grande ritorno di Alessandro Brondino: “Una scelta di sentimenti”

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Un grande ritorno, di cuore, per spingere il “Drago”. Dopo pochi mesi dall’addio (o meglio, arrivederci), per dedicarsi alla sua attività di osteopata, Alessandro Brondino torna a casa: il centrocampista classe 1990, riprende in mano e rimette ai piedi le scarpette per giocare, di nuovo, alla Pro Dronero.

Il mediano aveva interrotto l’attività al termine della stagione 2021-22, dopo ben undici anni di militanza in biancorossa. Decisivo, come ci racconta, l’incontro e la forte richiesta del Presidente Corrado Beccacini: “Ho incontrato il presidente per caso, mentre mi allenavo da solo, e mi ha detto che voleva parlarmi. Dopo aver incontrato un po’ di squadre, mister e presidente della Pro sono quelli che più di tutti mi hanno voluto. Sicuramente hanno anche inciso i messaggi a tarda notte di uno scatenato capitan Galfrè. Ma soprattutto c’è sicuramente un discorso di sentimenti. Il campo, la domenica, mi è sempre mancato perciò non è stata una decisione difficile da prendere”.

Brondino quindi torna a vestire la maglia dronerese, provando a dare il suo apporto di esperienza ed a cambiare l’inerzia di un campionato finora al di sotto delle aspettative, classifica alla mano, considerando che la Pro si è sempre saputa ritagliare un ruolo da protagonista nel Girone B (anche se, domenica scorsa, gli uomini di Caridi sono tornati al successo nella delicata sfida con il Cavour): “Senza vedere gli allenamenti è complesso giudicare una squadra e ho potuto assistere, finora, solamente a due partite. Metterò comunque a disposizione entusiasmo e convinzione nel fare le cose per ottenere da subito risultati positivi. Solo qui a Dronero non ci si nasconde mai dietro a scaramanzia o discorsi generici: l’obiettivo sono i playoff, quindi mireremo a quello partita dopo partita e a fine anno se sarà il caso non avremo paura a pronunciare la parola “fallimento”. Ora devo solo mettermi sotto con gli allenamenti e ricordarmi il più in fretta possibile come si fa“.