La violenza contro le donne rappresenta una grave violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione contro le donne (art. 3 della Convenzione di Istanbul). Nel corso del tempo si è evoluto non solo il sentire sociale, ma anche la normativa che tutela le donne e le fasce deboli.
Solo nel 1956, è stato abrogato l’art. 571 c.p. che conferiva al marito il potere educativo e correttivo del pater familias nei confronti della moglie e dei figli; nel 1969 è stato dichiarato costituzionalmente illegittimo l’art. 559 c.p. che puniva unicamente l’adulterio della moglie; solo la riforma del diritto di famiglia del 1975 ha sostituito la famiglia strutturata gerarchicamente con un nuovo modello di famiglia paritaria; nel 1981 è stata cancellata la rilevanza penale dell’attenuante della causa d’onore (art. 587 c.p.) e abrogato il matrimonio riparatore; il 27 giugno 2013 il Parlamento italiano ha adottato il disegno di legge recante l’autorizzazione alla “Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica”, aperta alla firma degli Stati membri a Istanbul l’11 maggio 2011 e sottoscritta dal nostro Paese il 27 settembre 2012. È stato il primo strumento internazionale giuridicamente vincolante che proponeva un quadro normativo completo e integrato a tutela delle donne contro qualsiasi forma di violenza.
La sua struttura è basata sulle “tre P”: prevenzione, protezione delle vittime, perseguimento dei colpevoli. A queste viene aggiunta una quarta “P”, quella delle politiche integrate, allo scopo di agire efficacemente su un fenomeno complesso e caratterizzato da molteplici fattori determinanti; la successiva Legge n. 119 del 2013 ha introdotto il reato di atti persecutori (stalking), il concetto di violenza assistita (intesa come violenza sui minori costretti ad assistere ad episodi di violenza familiare) e previsto l’istituto dell’ammonimento del Questore sia per lo stalking che per la violenza domestica; nel 2019 (legge n. 69) è stato varato il “codice rosso”, un corpus di norme finalizzato a rendere maggiormente effettiva la tutela giuridica delle fasce deboli.
La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne è stata istituita nel 1999, con lo scopo di riflettere e sensibilizzare l’opinione pubblica sul fenomeno, auspicandone la scomparsa attraverso una consapevole presa di coscienza collettiva.
In occasione di questo appuntamento, il Comando Provinciale Carabinieri di Cuneo ha effettuato, a livello provinciale, un monitoraggio dei reati indicatori del fenomeno, che vedono le donne come parti offese, per i quali i reparti dell’Arma della provincia hanno proceduto. In particolare, sono stati rilevati i dati relativi al 2020, 2021 e 2022 (in questo caso fino al mese di ottobre compreso) come di seguito riportati.
Maltrattamenti contro familiari e conviventi (art. 572 c.p.): nel 2020 si è proceduto per 118 reati, con 106 persone deferite all’Autorità Giudiziaria. Nel 2021, 138 persone denunciate a fronte di 156 reati commessi. Sino al 31.10.2022 151 reati commessi con 143 persone deferite all’Autorità Giudiziaria.
Omicidio (art. 575 c.p.): Non ci sono casi rilevati nel 2020. Nel 2021 e 2022 un caso all’anno e l’autore è sempre stato assicurato alla giustizia.
Lesione personale (art. 582 c.p.): nel 2020 si è proceduto per 129 reati, con 89 persone deferite all’Autorità Giudiziaria. Nel 2021, 114 persone denunciate a fronte di 151 reati commessi. Sino al 31.10.2022 141 reati commessi con 105 persone deferite all’Autorità Giudiziaria.
Violenza sessuale aggravata e di gruppo (artt. 609-bis, 609-ter e 609-octies c.p.): nel 2020 si è proceduto per 42 reati, con 35 persone deferite all’Autorità Giudiziaria. Nel 2021, 37 persone denunciate a fronte di 39 reati commessi. Sino al 31.10.2022 29 reati commessi e 23 persone deferite all’Autorità Giudiziaria.
Atti sessuali con minorenne (art. 609-quater c.p.): nel 2020 si è registrato un solo caso, con l’autore assicurato alla giustizia. Nel 2021, 5 persone denunciate a fronte di 7 reati commessi. Sino al 31.10.2022 6 casi registrati e 5 degli autori identificati e deferiti.
Corruzione di minorenne (art. 609-quinquies c.p.): nel 2020 e nel 2021 2 denunce a fronte di due casi registrati. Sino al 31.10.2022 un solo reato denunciato con autore noto e deferito all’Autorità Giudiziaria
Atti Persecutori (art. 612-bis c.p.): nel 2020 si è proceduto per 52 reati, con 48 persone deferite all’Autorità Giudiziaria. Nel 2021, 87 persone denunciate a fronte di 99 reati commessi. Sino al 31.10.2022 86 reati commessi con 82 persone deferite all’Autorità Giudiziaria.
Diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti (art. 612-ter c.p.): nel 2020 si è proceduto per 4 reati, con una persona deferita all’Autorità Giudiziaria. Nel 2021, 3 persone denunciate a fronte di 6 reati commessi. Sino al 31.10.2022 9 reati commessi con 6 persone deferite all’Autorità Giudiziaria.
Deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso (art. 583-quinquies c.p.): Un solo caso registrato nel 2021, con l’autore del reato deferito all’Autorità Giudiziaria.
I dati sopra indicati, esclusivamente riferiti all’azione di contrasto attuata dall’Arma dei Carabinieri, testimoniano comunque come il fenomeno della violenza contro le donne (ed i minori) interessi anche il territorio della provincia. In tale quadro, l’Arma continuerà ad operare con impegno e determinazione, fornendo il proprio contributo non solo per il perseguimento dei colpevoli, ma, in linea con la propria tradizione e il proprio senso di appartenenza e vicinanza alle collettività, anche per il necessario sostegno alle vittime, adoperandosi per raggiungere il massimo grado di interazione e cooperazione con le altre Istituzioni e con le organizzazioni competenti.
Al riguardo, si ricorda che esattamente un anno fa, in collaborazione con la delegazione cuneese di Soroptimist Italia è stata realizzata all’interno del Comando Provinciale Carabinieri di Cuneo una “stanza tutta per te”, nella quale vengono accolte le vittime dei reati di genere, affinché si possano trovare in un ambiente più familiare nell’atto di raccontare le violenze subite.
L’attività dell’Arma dei Carabinieri nello specifico settore si è progressivamente qualificata nel corso degli anni e possiamo contare adesso sull’apporto ulteriore di una Rete Nazionale di Monitoraggio sul fenomeno della violenza di genere che riunisce i Carabinieri specializzati nella materia per ogni Comando Provinciale, nonché sulla qualificata attività di supporto ed indirizzo del Reparto Crimini Violenti istituito presso il Raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche di Roma.
c.s.