Nella “Granda” gli associati all’Agia di Cia-Agricoltori Italiani – cioè gli imprenditori con meno di 40 anni – sono oltre 300. Una realtà importante che, dopo la presidenza di Marco Bozzolo, ora al vertice di Agia Piemonte, dallo scorso gennaio è guidata da Luca Marenco.
Marenco, 31 anni, diploma di agro-tecnico, è titolare dal 2016 di un’apprezzata azienda vitivinicola in località Bergera, nel Comune di Barolo. L’iniziativa di punta allestita nel 2022 dall’associazione della “Granda”, con il supporto organizzativo, logistico ed economico di Cia Cuneo, è stata, a luglio, la prima Festa nazionale Agia.
Dopo l’incontro nell’azienda vitivinicola della famiglia Amerio di Moasca i partecipanti si sono trasferiti nel Castello di Barolo per l’apericena con piatti della tradizione piemontese e la musica del dj set. La proposta inserita nel percorso Wine & Food di Collisioni – il Festival AgriRock di cui la Cia provinciale è partner strategico – ha incassato un grande successo. Sono stati protagonisti della serata un centinaio di imprenditori under 40 in arrivo dal Piemonte, con delegazioni di Cuneo, Asti, Alessandria e Torino, e provenienti da altre sette regioni italiane: Trentino; Emilia-Romagna; Liguria; Lombardia; Toscana; Veneto e Lazio.
Erano anche presenti il segretario nazionale di Agia, Matteo Ansanelli, il presidente regionale di Cia, Matteo Carenini, il presidente e il direttore di Cia Cuneo, Claudio Conterno e Igor Varrone. Il progetto della Festa è stato coordinato dai presidenti Agia del Piemonte e della “Granda”, Marco Bozzolo e Luca Marenco.
Dice Marenco: “La giornata, oltre a offrire dei momenti di allegria, è stata molto interessante, in quanto ha dato l’opportunità di avere un serrato confronto sui problemi rispetto ai quali il mondo agricolo e i giovani imprenditori devono far fronte ogni giorno. Dal dibattito è emerso che le difficoltà maggiori, condivise da tutti, sono rappresentate dalla lentezza della burocrazia e dalla poca chiarezza di molte Leggi riguardanti il settore e non solo”.
Gli obiettivi di Agia Cuneo per il prossimo anno? “Organizzare degli incontri per discutere i problemi da affrontare. Cercando, insieme, di trovare dei percorsi di soluzione da proporre alla Cia, di cui siamo una “costola”, che, a sua volta, li può portare ai tavoli istituzionali”.
Il futuro dei giovani agricoltori
Cosa significa oggi essere giovani imprenditori agricoli? Risponde Marenco: “Vuol dire credere in quello che ci hanno insegnato i nonni e i genitori e in ciò che si fa giorno dopo giorno. Ma anche interfacciarsi con un mondo in continua trasformazione: dal sistema burocratico alle tecnologie, ai cambiamenti climatici. Avendo la consapevolezza che le aziende, soprattutto quelle dei giovani imprenditori, solo se si confrontano, si parlano e condividono i problemi possono trovare la strada capace di individuare possibili soluzioni. Il confronto è fondamentale, perché se viaggi per conto tuo vai da nessuna parte”.
C’è comunque un futuro per i giovani in agricoltura? “Assolutamente si, ma portando avanti un nuovo approccio rispetto alla gestione dell’attività. Non si può dire: abbiamo sempre lavorato così e dobbiamo continuare su questa strada. Invece, bisogna essere pronti ad affrontare i cambiamenti e le nuove sfide che la realtà di ogni giorno ci propone. Esistono dei percorsi in grado di migliorare e rendere più sostenibile l’operato quotidiano”.
Cosa serve per tradurre in pratica questi concetti? “Un aiuto dalle Istituzioni per il radicale snellimento della burocrazia e per promuovere in misura maggiore le agevolazioni riguardanti gli investimenti nelle energie rinnovabili. Attraverso, ad esempio, l’installazione dei pannelli fotovoltaici sulle strutture di utilizzo agricolo. Perché i rincari assurdi dell’energia prodotta con i metodi tradizionali sta facendo collassare molte aziende: anche quelle rurali”.
E a livello personale cosa deve fare un giovane imprenditore? “Avere grinta, dinamicità e porsi l’obiettivo di sperimentare nuove tecnologie. Serve il coraggio di confrontarsi tra colleghi per cercare di risolvere i problemi appena nascono. Senza aspettare che si incancreniscano. E poi bisogna anche attivarsi e documentarsi per proporre delle soluzioni alle difficoltà senza attendere che le trovi sempre qualcun altro”.
c.s.