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«Abbiamo in rosa le capacità per puntare sempre in alto»

«La nostra forza è l’ambiente: siamo una grande famiglia con al centro i giovani»

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Mister Dutto, l’AC Cuneo 1905 Olmo l’ha confermata alla guida dei classe 2007. Facendo un pas­so indietro, che bilancio traccia della scorsa stagione?
«Siamo rimasti soddisfatti di quanto ottenuto: abbiamo chiuso al 4° posto, a ridosso delle prime e dai playoff. Peccato per qualche errore che non ci ha permesso di conquistare qualche punto in più e partecipare alle fasi finali, ma considerando che l’obiettivo prefissato era il mantenimento della categoria regionale, è stata una bellissima an­nata: un risultato inatteso, frutto di un gruppo di ragazzi che ha lavorato duro, impegnandosi al massimo».

Che gruppo ha ritrovato per l’avventura negli Allievi Re­gionali?

«La rosa è tendenzialmente la stessa, ma abbiamo inserito cinque nuovi giocatori, provenienti da Pedona e Giovanile Centallo, innesti mirati nei ruoli in cui avevamo bisogno: è una fortuna aver un gruppo più ampio, che ci permetta di non avere i numeri contati, soprattutto in caso di infortuni. I nuovi si stanno integrando, siamo sicuramente migliorati a livello di qualità, così come abbiamo potuto aumentare l’intensità degli allenamenti, anche grazie al rinnovato centro sportivo del Piccapietra».

Proprio il Cuneo Training Cen­ter sta rappresentando un vero e proprio valore aggiunto…

«Poter disporre di una struttura del genere, con campi sintetici, un’ottima illuminazione, gli spogliatoi rinnovati, è fondamentale, soprattutto in vista dell’inverno: in passato, pagavamo il divario con alcune squadre, soprattutto le torinesi, che avevano la possibilità di allenarsi meglio e con maggiore continuità. Inoltre, l’ambiente stesso, totalmente trasformato, “obbliga” allenatori e ragazzi a comprendere il valore della maglia che si indossa e spinge tutti a dare il massimo. Nel complesso, il Cuneo Training Center, è un grande investimento ed un forte segnale della società, che punta sulla crescita dei propri giovani».

Com’è stato questo inizio di stagione?

«L’obiettivo principe resta il mantenimento della categoria, ma il desiderio è alzare l’asticella, lottare per rimanere nella parte alta della classifica. La società non mette pressioni, ma vuole confermarsi e, anche noi, abbiamo maggiori aspettative, puntiamo al top: forse siamo partiti un po’ a rilento, perdendoci nei dettagli, pagando il salto di categoria, con qualche alto e basso, e la difficoltà del girone. La prova, la sconfitta 3-2 di sabato con il Beiborg: in un campionato equilibrato come questo, se non si sfruttano le occasioni, si fa dura. Ma il gruppo continua a lavorare bene, con il giusto atteggiamento e voglia di giocare e provare a vincere».

Come analizza il Girone C degli Under 16 Regionali?
«È certamente un campionato molto competitivo, con tante avversarie di valore: dopo il Chisola, capolista e in fuga, troviamo tante squadre raccolte in pochi punti, ed un torneo che, ogni domenica, regala risultati inaspettati. Fra le cuneesi, mi ha finora impressionato il Caraglio, dimostratasi un’ottima realtà, ma non l’unica. Penso, per esempio, al Bra, che può vantare un organico ben strutturato e che, sono certo, nel girone di ritorno sarà protagonista. Per la zona playoff mi aspetto grande lotta, di cui vogliamo fare parte».

Il Chisola sta comandando il campionato, a punteggio pieno con 11 vittorie su 11. In­giocabile?

«Contro il Chisola abbiamo disputato un’ottima partita, mi è comunque apparsa una compagine non inarrivabile, ma molto cinica, concreta, calcisticamente già matura ed esperta, brava a sfruttare le occasioni e a girare le gare a proprio favore e a chiuderle al momento giusto, grazie a calciatori di qualità, anche in panchina».

Obiettivi?

«Abbiamo ancora tre match prima della pausa natalizia, saranno fondamentali per delineare il nostro cammino all’interno del nostro campionato, per capire se lotteremo nella parte alta o bassa della classifica: noi ce la giocheremo, abbiamo in rosa le capacità per puntare sempre in alto».

Al secondo anno di vita, a che punto è il progetto AC Cuneo 1905 Olmo?
«La forza del Cuneo è senza dubbio l’ambiente: da una parte è rimasto quasi famigliare, basato sul confronto fra tante persone piacevoli, dall’altra la società ha inserito ulteriori pedine e figure nell’organigramma e nello staff che ne hanno aumentato la professionalità. A partire dal già citato Picca­pietra, si stanno vedendo tutti gli investimenti, anche strutturali, della società, che ha saputo anche superare le primissime diffidenze in città dopo il fallimento del vecchio Cuneo e le difficoltà dovute all’emergenza Covid, facendo crescere attorno a sé l’interesse di tutti. Per quanto mi riguarda, so, per ogni problematica, a chi fare riferimento e che c’è sempre qualcuno pronto ad aiutare in caso di necessità».