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L’opinione di Quadrio Curzio e Cottarelli

«È una manovra a prova di europa, giusto puntare sull’energia e sul sostegno a imprese e famiglie». «Ma così Pubblica istruzione e sanità subiranno tagli»

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IL FATTO
Il governo meloni ha presentato la legge di bilancio 2023. In attesa di capire meglio come funzionerà, gli economisti hanno già provato a interpretarla: vediamo come

La legge di bilancio 2023 presentata dal Governo Meloni ha ovviamente diviso i commentatori. Da una parte, sostanzialmente chi ha apprezzato un senso generale di prudenza, dall’altro chi invece segnala dimenticanze importanti verso problematiche che invece avrebbero avuto bisogno di maggiori attenzioni. Prima di tutto: che cos’è? Detta anche Manovra economica, è una legge della Repubblica italiana che contiene il bilancio del Paese, dove il governo illustra nel dettaglio come vuole spendere i soldi nell’anno successivo e come intende reperire i fondi per le misure.
Il testo definitivo deve essere approvato dal Parlamento entro il 31 dicembre, per poi essere pubblicato sulla Gazzetta ufficiale ed entrare in vigore dal primo gennaio.
Alberto Quadrio Curzio, professore Emerito di Economia Politica della Università Cattolica di Milano, Presidente Emerito dell’Accademia Nazionale dei Lincei, trova un dettaglio importante nella manovra economica 2023 appena elaborata dal Governo Meloni: «Diciamo subito una cosa, questa è una manovra a prova di Europa, perché la dinamica del deficit, che sarà al 4,5% del Pil nel 2023, andrà piano piano a rientrare, fino a tornare sotto il 3% nel 2025 e questo è un segnale molto positivo arrivato dal ministro Giorgetti. Inoltre, il debito in rapporto al Pil scenderà al 141% entro il 2025». L’economista spiega che la scelta di seguire l’impostazione data da Draghi porterà benefici.«E condivido anche un altro punto – aggiunge -, il fatto di aver calibrato il grosso delle misure sull’energia e sul sostegno alle imprese e alle famiglie. Parliamo di 23 miliardi nel 2023, non mi pare poco, senza considerare i 7-9 miliardi nel prossimo decreto aiuti. Ma quello che più conta è la traiettoria discendente del debito».
È meno ottimistica la visione di Carlo Cottarelli, economista e senatore Pd: «In presenza di una forte inflazione, occorre guardare anche a quello che non cambia. Solo così si potrà vedere chi davvero ci guadagna e chi ci perde in termini di potere d’acquisto. E temo che a perderci saranno settori importanti come pubblica istruzione e sanità, trasferimenti vari a famiglie, spese per investimenti: sono tutte potenziali voci che potrebbero essere vittime di questi tagli che non appariranno in manovra, che saranno pesanti e che saranno lineari. Perché non si andrà a vedere dove ci sono sprechi da recuperare». E a proposito dell’eredità lasciata da Draghi: «L’obiettivo di deficit per il 2023 è stato alzato dal 3,9 per cento del Pil fissato da Draghi al 4,5. Ma questa apparente espansione è più che interamente dovuta alla maggiore spesa per interessi sul debito». E il taglio del cuneo fiscale? «Dipende da come viene fatto. L’idea di concentrare il taglio (forse temporaneo) sui lavoratori sembra preferibile a quella di tagli che per un terzo vanno alle imprese in questo momento di alta inflazione e salari fissi per molti».

BaNNER
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