Sabato 26 novembre, il convegno Stagflazione, guerra e pandemia, il codice della crisi alla prova dei fatti ha riunito al teatro Busca un panel di 25 autorevoli relatori, italiani ed europei, che hanno fatto il punto sul codice della crisi e sui suoi primi mesi di applicazione, evidenziando i punti di forza e le criticità emerse, fino ad ampliare la prospettiva al panorama normativo internazionale.
Il XXIX convegno promosso dall’Associazione Albese Studi di Diritto Commerciale, ha analizzato sotto il profilo legislativo, economico, fiscale, finanziario e giuslavoristico il codice della crisi, entrato in vigore il 15 luglio, in un momento di diffusa difficoltà dell’economia, dovuta a molteplici cause, dalla pandemia, alla guerra russo-ucraina, alla crisi energetica.
Di particolare rilievo l’intervento di Salla Saastaimonen, direttore per la giustizia civile e commerciale della Commissione europea, che ha riferito che ancora 8 dei 27 Stati dell’UE non hanno fornito informazioni sullo stato di attuazione della Direttiva Insolvency e ha annunciato ad Alba le linee su cui si muoverà la prossima proposta di Direttiva, sempre in tema di armonizzazione della disciplina della crisi e dell’insolvenza. Tra i temi oggetto del prossimo provvedimento, vi sono la disciplina delle azioni revocatorie, del comitato dei creditori, dell’asset recovery.
Luciano Panzani, presidente del comitato scientifico del Convegno, nella sua relazione introduttiva ha sottolineato: «Il nuovo codice presenta luci ed ombre. Se è troppo presto per trarre conclusioni -tutti, a questo fine, hanno dato appuntamento al novembre 2023, ovvero al prossimo convegno, il XXX dalla fondazione dell’Associazione – va rilevato che, oggi, si conta un numero limitato di casi di composizione negoziata, il nuovo strumento cui è affidata la tempestiva rilevazione della crisi e l’individuazione di una soluzione attraverso le trattative con i creditori sotto la direzione dell’Esperto nominato dalla Camera di Commercio».
Panzani ha aggiunto: «Ma se è fisiologico che un nuovo strumento fatichi ad affermarsi nella pratica, come in passato è già avvenuto per gli accordi di ristrutturazione, la composizione negoziata presenta difficoltà che possono essere risolte, come hanno chiarito durante il convegno Sandro Pettinato e Laura De Simone, rispettivamente vicesegretario generale di Unioncamere e presidente della sezione fallimenti del Tribunale di Bergamo».
Tra le criticità emerse, il tempo eccessivo necessario per ottenere le certificazioni fiscali.
Come ha ricordato Sandro Pettinato, infatti, sono state presentate 492 domande, ma circa 700 sono oggi ferme in attesa di documentazione; tanto che il Vicesegretario generale di Unioncamere ha invocato la semplificazione dell’iter procedurale che oggi prevede 12 documenti solo per avviare l’istanza.