«Il luogo che ci venne mostrato per costituire l’Arsenale della Pace era un enorme rudere. Con mia moglie Maria, che ora è in cielo, volevamo trasformare un ex arsenale di guerra in una terra santa, in una casa di pace. Lì, tra quei ruderi, organizzammo una prima riunione. Iniziai a parlare del progetto quando all’improvviso una voce chiese: “Olivero, tu dove dormirai stasera?”. Lì per lì non gli risposi. Ero un giovane con in mente quest’idea e non mi sentivo in difetto nei confronti degli altri. Ma dopo ci ripensai: quella persona, alla ricerca di aiuto, non aveva trovato conforto. Sapevo che dormiva in stazione a Torino, così la raggiunsi e passai la notte con lui. Il giorno dopo nacque il Sermig, un luogo che ora, ogni sera, accoglie oltre duemila persone. Vi invito a visitarlo».
Con queste parole piene di emozione Ernesto Olivero, fondatore del Servizio Missionario Giovani, ha ritirato la 23esima edizione del Premio San Giuseppe, ad Alba, nell’omonima chiesetta. Si tratta di un riconoscimento che, dal 2000, viene assegnato a personalità di spicco del panorama nazionale e internazionale ma anche a personaggi locali o che, comunque, abbiano dimostrato, con le loro capacità intellettive, sociali, lavorative culturali e in varia forma di saper realizzare importanti progetti a favore delle comunità e dei giovani, oppure, ancora, che abbiano contribuito a valorizzare attività di pubblica o sociale utilità.
Olivero ha creato il Sermig nel 1964, assieme alla moglie Maria e a un gruppo di giovani decisi a sconfiggere la fame con opere di giustizia, a promuovere sviluppo, a vivere la solidarietà verso i più poveri. Negli anni ’80, all’interno del Sermig, è nata la Fraternità della Speranza, che conta attualmente un centinaio di aderenti: giovani, coppie di sposi e famiglie, monaci e monache che si dedicano a tempo pieno al servizio dei poveri, alla formazione dei ragazzi, con il desiderio di vivere il Vangelo e di essere segno di speranza. Il Sermig vive grazie al contributo gratuito di migliaia di amici e volontari che condividono tempo, professionalità, denaro, beni materiali e spirituali.
«Abbiamo voluto premiare Ernesto Olivero – ha detto Roberto Cerrato, presidente del Centro Culturale San Giuseppe – per alimentare il suo sogno, ovvero quello di aprire Arsenali della Pace nelle città del mondo per vivere il silenzio e l’incontro con Dio, per rispondere alle esigenze di chi è nella miseria e dei giovani, per testimoniare che gli altri non sono nemici e stranieri, ma persone da conoscere, amare, rispettare; per educare ed educarci alla solidarietà».
«Avere qui Ernesto Olivero con la sua straordinaria testimonianza – ha affermato il vescovo di Alba, monsignor Marco Brunetti – significa dare un concreto messaggio di speranza». Parole di ringraziamento al Centro Culturale San Giuseppe sono arrivate pure dal presidente del Consiglio Comunale di Alba, Domenico Boeri, il quale si è complimentato anche con la Fondazione Cagnasso che ha reso ancora più speciale la serata solidale.
La Fondazione Cagnasso Onlus, che dall’origine ha sede ad Alba presso la Chiesa di San Giuseppe, in concomitanza con la consegna del Premio San Giuseppe, assegna infatti i contributi di solidarietà a favore di associazioni, organizzazioni e situazioni di particolare bisogno ed emergenza legati al territorio cuneese. I contributi, consegnati dalle mani dell’attuale presidente Renato Cagnasso, sono stati attribuiti ad Alice Odv, Ail, Eso Es Odv, Il Pane di San Teobaldo (con l’omaggio al compianto don Renzo Costamagna e il ringraziamento all’imprenditore Bruno Ceretto che sostiene in prima persona l’iniziativa), Progetto Betania, don Gigi Alessandria, Associazione Ho Cura, Comunità L’Accoglienza, Comitato Razom.
Da segnalare, infine, l’esibizione del pianista Lorenzo Della Piana e l’intervento dell’onorevole Ettore Paganelli, presidente onorario della Fondazione Cagnasso.