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Juve, l’uomo giusto

Ritratto di Ferrero, nuovo presidente dei bianconeri: scelto da Elkann, per competenza e fiducia, dopo il terremoto che ha portato alle dimissioni di Andrea Agnelli

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Il primo presidente fu Eugenio Canfari, uno degli studenti del liceo d’Azeglio che fondarono la Juventus attorno a una panchina di corso Re Umberto. Era il 1897, rimase in carica un anno solo, poi lasciò al fratello Enrico. Da allora, al vertice bianconero, si sono avvicendate figure profondamente diverse in una galleria aggiornata, negli ultimi giorni, con Gianluca Ferrero, 59 anni, l’uomo scelto da John Elkann per il nuovo corso dopo le dimissioni del cugino Andrea Agnelli e del Consiglio di amministrazione del club. Agli occhi dei tifosi è uno sconosciuto, nell’ambiente dell’industria, della finanza e del management è stimatissimo, e la poca popolarità è riflesso di un carattere schivo, poco avvezzo ai riflettori, la cultura del lavoro e il riserbo sabaudo.

In un momento delicatissimo per la Juventus, tra conti profondamente in rosso e inchieste giudiziarie, con la dirigenza «non più compatta» che ha scelto di fare un passo indietro per permettere «a una nuova formazione di vincere la partita», serviva una figura di assoluto spessore e lui, professionista di fiducia di Elkann e di Allegra Agnelli, mamma di Andrea, è l’uomo giusto: «Ha una solida esperienza e le competenze tecniche necessarie – la nota di Exor, holding della famiglia Agnelli che gestisce il pacchetto di maggioranza del club – : unitamente a una passione genuina per la Juventus, lo rendono la persona più adeguata a ricoprire l’incarico». Torinese, laureato in economia e commercio, commercialista sulle orme del padre Cesare, è presidente del Collegio sindacale di Fincantieri, Luigi Lavazza, Biotronik Italia, Praxi Intellectual Property, P. Fiduciaria, Emilio Lavazza Sapa, Gedi Gruppo Editoriale, Nuo e Lifenet, è sindaco effettivo in Fenera Holding, vicepresidente del consiglio di amministrazione della Banca del Piemonte e consigliere di amministrazione di Italia Indipendent Group e di Pigar.

Il legame con gli Agnelli ha radici nella famiglia, con il padre, già presidente dell’albo dei ragionieri, che è stato presidente del collegio sindacale della Fiat e socio dell’accomandita che la deteneva. Gianluca ha seguito anche in questo le sue orme, stimatissimo da Elkann al quale è legato da rapporto di amicizia e fiducia: molti gli incarichi ricoperti, eccetto che nell’ambito sportivo: fino a questa nomina, come dice Exor, il calcio e i colori bianconeri erano soltanto «passione genuina» come testimonia la presenza assidua in tribuna all’Allianz Stadium. Alla ripresa della stagione, tornerà in veste nuova: presidente della ricostruzione in un momento delicatissimo, tra conti da sistemare e immagine da rilucidare, garante di un progetto di risanamento e rilancio, cui collaborerà un Cda di tecnici, che andrà di pari passo con la ricerca, quella immutata, di obiettivi sportivi affidati ancora a Massimiliano Allegri. Il tutto nell’imminenza di una ricorrenza particolare: perché nel 2023 cadranno i cento anni di proprietà della famiglia Agnelli, la più longeva di qualsiasi club in qualsiasi disciplina al mondo. L’aveva ricordato Andrea, alla vigilia della stagione, nel piccolo camposanto di Villar Perosa dove riposano gli avi che hanno tramandato l’amore bianconero: mai avrebbe immaginato di non essere più al vertice, toccherà a Ferrero e la Juve è in ottime mani.