Cibo, bambini e mensa scolastica, ovvero la sfida della nutrizione scolastica tra stili alimentari, sostenibilità, benessere e filiere agroalimentari locali.
Lunedì scorso, presso la Cariplo Factory a Milano, sono stati presentati i primi dati della ricerca Nourishing School (“nourish” in inglese significa appunto “nutrire”), condotta nelle scuole italiane allo scopo di indagare il rapporto tra cibo e bambini, con particolare riguardo ai cambiamenti intervenuti a causa della pandemia e ai relativi costi ambientali, sociali ed economici. La ricerca è stata realizzata dall’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e promossa dall’Associazione Filiera Futura e da Fondazione Cariplo, con il contributo di numerose fondazioni di origine bancaria associate a Filiera Futura: la Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, la Fondazione Cassa di Risparmio di Bolzano, la Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, la Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, la Fondazione con il Sud, la Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, la Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, la Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi, la Fondazione Carivit, la Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra.
Ad introdurre la giornata sono stati gli interventi di Andrea Magarini, Direttore di Area Food Policy, Comune di Milano; Claudia Sorlini, vicepresidente di Fondazione Cariplo; Ezio Raviola, presidente di Fondazione Crc, Francesco Cappello, presidente di Filiera Futura e vicepresidente di Fondazione Crc; Silvio Barbero, presidente del Comitato Scientifico di Filiera Futura e vicepresidente dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo.
Claudia Sorlini ha sottolineato come «le problematiche correlate a un’alimentazione scorretta emergono già in età scolastica ed è proprio nelle scuole che, con l’aiuto di figure professionali specializzate, bisogna investire sulla prevenzione e sulla formazione». Silvio Barbero ha precisato: «Le analisi e le indagini su cui si sta lavorando con il progetto di ricerca Nourishing School sono fondamentali per sviluppare importanti riflessioni sulla nutrizione scolastica: è necessario offrire strumenti formativi adeguati e rivolti agli insegnanti, alle famiglie e ai bambini, al fine di innescare una vera e propria rivoluzione educativa in ambito alimentare. L’obiettivo politico è quello di introdurre l’educazione alimentare e sensoriale nel sistema scolastico italiano, già dalla prima infanzia».
L’indagine ha riguardato 9 plessi scolastici, in 8 regioni italiane, tra le quali la Lombardia, con il coinvolgimento di circa 1500 bambine e bambini rispondenti ai questionari, con assistenza degli insegnanti, e altrettanti genitori coinvolti con questionario online. È stato quindi esaminato il quadro normativo emerso dopo l’introduzione dei nuovi Cam (ovvero Criteri Ambientali Minimi sulla ristorazione collettiva e forniture derrate alimentari) e la contraddittorietà degli stessi: accanto a criteri premiali per le filiere locali, il “chilometro zero” e la stagionalità dell’ortofrutta, infatti, le quote obbligatorie di cibo biologico, senza alcuna previsione di gradualità temporale per la validità delle norme, ha determinato serie ripercussioni sul rapporto fra la produzione alimentare dei territori e le mense scolastiche.
La ricerca sui bambini aveva l’obiettivo principale di indagare la percezione (in termini di gradimento e risposta emozionale) dei pasti e le principali abitudini alimentari tra bambini di diverse fasce di età prima e durante la pandemia. Il focus è stato posto soprattutto sulla percezione della mensa scolastica, come ambiente rappresentativo di un contesto cruciale nella vita formativa dei bambini, oltre a quello familiare, che può aver subito importanti variazioni durante il periodo pandemico a seguito delle necessarie restrizioni adottate.