Bongiovanni, il visionario

Ha anticipato di almeno 20 anni la sfida del bio puntando sull’online. Nel frattempo il mugnaio di pogliola ha scritto libri e creato negozi e laboratori

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Ventidue anni fa avevo conosciuto un diciottenne, figlio di mugnai, che ben orgoglioso aveva rimesso in funzione un antico mulino a pietra dismesso, comprando le macine con i suoi risparmi. La storia è stata raccontata e riraccontata da decine di giornalisti, potremmo dire fino alla nausea. L’unico motivo per cui sto ancora qui a parlarne è per sottolineare l’orgoglio di essere stata la prima a farlo. Espletata questa doverosa formalità, devo anche aggiungere che di tanto in tanto torno volentieri a controllare cosa è riuscito nel frattempo a inventarsi Aldo Bongiovanni, mugnaio figlio di mugnai in Pogliola, frazione di Mondovì. Controllare è il termine giusto perché ogni volta che lo incontro vengo regolarmente catapultata in un caleidoscopio di novità, idee, progetti e risate. Per intenderci, nel 2000, subito dopo aver installato le famose macine ha messo a punto un sito di vendita on line, il primo del suo genere in cui farine, ma anche lieviti, e attrezzatura venivano messi in commercio con uno strumento allora pressoché sconosciuto. Ora su www.tibiona.it si vendono oltre duemila prodotti. Aggiungo anche che quando tutti guardavano con diffidenza alle coltivazioni biologiche, colpevoli allora di leggi e interpretazioni poco chiare, Aldo ci ha scommesso, anche in questo caso arrivando prima di tutti a capire che in quel modo di fare agricoltura si nascondeva il futuro del cibo di qualità, argomento che tratta in “Io mangio bio”, pubblicato con la casa editrice Araba Fenice, mentre per i tipi di Tecniche Nuove ha scritto libri sulla panificazione, sulla pasticceria e sull’alimentazione naturale.
Se c’è qualcosa da fare, una sfida da raccogliere, lui è lì, in prima linea sotto il segno del biologico, con l’attenzione rivolta al recupero del passato che però interpreta e diffonde con i sistemi più moderni, come il negozio Barter Shopping Club che ha appena aperto insieme a Umberto Fia a Borgo San Dalmazzo. Una delle ultime novità è un laboratorio completamente dedicato alla trasformazione delle farine prive di glutine che diventano golosissimi biscotti classici, ma anche al Barolo, alla lavanda, alla nocciola, al Pastis che vengono prodotti avvalendosi dell’utilizzo dell’olio di girasole che produce in proprio, le cui coltivazioni dal prossimo anno coloreranno i campi che circondano il mulino che non ha perso la sua identità, ben riconoscibile dall’antica ruota, da cui continuano a uscire tra le migliori farine che si trovano in Piemonte. Perché fin da subito Aldo Bongiovanni, che collabora con sua sorella Micaela, ha pensato di coniugare l’agricoltura con la macinatura perché soltanto questa è la strada per far arrivare sulle nostre tavole prodotti non solo di qualità, ma anche sostenibili.
Giunto ai quarant’anni verrebbe da chiedergli se ha deciso cosa vorrebbe fare da grande, se nel suo futuro ci saranno sempre le farine, i libri oppure il triathlon di cui è appassionato atleta. Lui ti guarda, scoppia a ridere e dice: «Sai qual è sempre stato il mio sogno, fin da piccolo? Fare il comico!». E tu non sai se è serio oppure stia scherzando, ma è certo che se davvero questo fosse il suo obiettivo, Aldo troverà sicuramente il modo per raggiungerlo!

Articolo a cura di Paola Gula