«Per carne e vino la nostra battaglia non finisce qui»

La parlamentare europea Gancia spiega perché il passo indietro dell’Ue è una buona notizia

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Per adesso il pericolo è scampato, almeno fino al 2023. Due prodotti strategici del comparto agroalimentare italiano – anche piemontese – come vino e carne non saranno estromessi dall’elenco dei prodotti sostenuti da Bruxelles ogni anno con risorse specifiche destinate alla promozione sui mercati esteri. A fine ottobre sembrava che l’Ue avrebbe inserito tra i criteri di selezione alcuni requisiti stringenti per prodotti come carne rossa e derivati, vino e alcolici. Questo in considerazione delle campagne promozionali Oms verso quegli alimenti il cui consumo eccessivo è considerato dannoso per la salute.
Gianna Gancia, europarlamentare della Lega, ci ha spiegato perché si tratta di una buona notizia: «L’eliminazio­ne da parte dell’Ue del riferimento negativo di carne e vino dal regolamento per la promozione dei prodotti agricoli è sicuramente un’ottima notizia, un passo necessario a garantire il plafond di risorse utili alla tutela del Made in Italy e della dieta mediterranea». Ma ci sono altri ostacoli da evitare, altro lavoro da svolgere. Prosegue infatti Gancia: «La battaglia non si ferma qui, ma anzi va avanti, perché vinta questa battaglia è ora necessario intervenire per eliminare l’identificazione di carne e vino come “sostanze cancerogene” nella strategia europea che, al pari delle etichette nutrizionali del Nutriscore, rappresenta una inaccettabile semplificazione del valore nutrizionale dei nostri alimenti. Su queste sfide serve presentarsi compatti, senza abbassare mai la guardia».
Ma intanto un risultato è stato ottenuto. Il rischio era che ne uscissero penalizzati i tanti operatori del settore Dop e Igp (presenti in buona parte nel Cuneese) per i quali però le campagne promozionali rappresentano uno strumento vitale per creare nuove opportunità di mercato e fornire un sostegno importante al consolidamento delle imprese già esistenti. Il danno sarebbe stato evidente anche per l’immagine dell’Italia e dei suoi prodotti oltre che per quanto riguarda l’apporto economico della filiera di qualità italiana. Due cifre di riferimento: in Italia la zootecnia legata alla carne bovina fa registrare un fatturato di circa 10 miliardi di euro ai quali vanno aggiunti i circa 16 miliardi dal vino Made in Italy. A questo settore sono destinati attualmente oltre 100 milioni di euro l’anno per cofinanziare (al 50%) progetti promozionali all’estero.