La neve, scesa tra la notte e la prima mattinata, è ancora fresca. Anzi, congelata: il termometro segna cinque gradi sotto lo zero. Il vento freddo sferza gli imponenti versanti che raggiungono i 1.800 metri. Si presenta così, quando arriviamo, il Colle di Tenda, maestosa e suggestiva montagna che unisce la provincia di Cuneo alla Francia. Un collegamento storico e prezioso, che da secoli facilita gli spostamenti da una nazione all’altra. La tempesta Alex – quella che, nell’ottobre del 2020, ha seminato paura e distruzione in tutta la zona – lo ha messo fuori gioco. Quando sarà di nuovo transitabile? Se lo chiedono ogni giorno gli amministratori locali, i cittadini, gli imprenditori, i turisti. Del resto, ci troviamo davanti a uno snodo viario cruciale: basti pensare che la centralina dell’Anas collocata a Vernante, nel 2017, dunque prima dell’alluvione e dei blocchi imposti dalla pandemia, aveva registrato un picco giornaliero di addirittura 10mila veicoli in transito lungo la strada statale. Noi di IDEA teniamo accesi i riflettori sul tema fin da quando il maltempo ha messo in ginocchio quell’area. Questa volta lo abbiamo fatto effettuando un sopralluogo nel cantiere dove si sta costruendo il nuovo tunnel, assieme al commissario straordinario per il Tenda bis, il dirigente dell’Anas Nicola Prisco. Con l’ingegnere veneto siamo stati all’interno della galleria in fase di costruzione: misurerà – come quella storica, che è lì a fianco – 3,2 chilometri, avrà un’altezza superiore ai 5 metri e, salvo imprevisti, sarà pronta per l’autunno del 2023. Abbiamo poi visitato il tunnel antico, che a sua volta – ma qui si guarda alla fine del 2025 – andrà consolidato e ampliato, oltre all’area esterna sul versante francese, anch’essa devastata dalla tempesta Alex.
Commissario Prisco, la domanda più scontata, ma anche più attesa: come procedono le opere?
«Gli scavi per la costruzione della nuova galleria avanzano, sia sul versante italiano sia su quello francese. Al momento, in cantiere, tra tecnici e operai, sono al lavoro circa cento persone».
Gli scavi sul fronte italiano erano stati condizionati (e rallentati) dalla conformazione della roccia. Qual è oggi la situazione?
«La situazione sul fronte italiano è migliorata, anche se, considerando il contesto, le cose potrebbero nuovamente cambiare. In questo preciso momento, le maestranze al lavoro hanno incontrato una roccia più solida che consente l’impiego di esplosivo e, quindi, di procedere con maggiore velocità. Anche sul fronte francese si prosegue senza intoppi, per fortuna: speriamo di continuare così».
Qualche “dato”?
«Gli scavi avanzano di quasi cinque metri al giorno: circa tre sul fronte francese e uno e mezzo/due su quello italiano. In tutto vanno ancora scavati circa 550 metri di terreno, di cui una quindicina per raggiungere il confine dal lato italiano».
Le altre opere?
«Per quanto riguarda i prossimi lavori che verranno messi in esecuzione, oltre chiaramente alla prosecuzione degli scavi della nuova galleria, segnalo in particolare le opere per la sistemazione dell’area esterna del tunnel dal versante francese. Stanno proprio per partire i primi interventi di questo lotto, ossia la realizzazione delle piste per il vallone di Cà del Roja e delle strutture di sostegno “berlinesi” a servizio del piazzale principale».
E il viadotto di accesso in territorio francese?
«Il progetto per il nuovo ponte è stato approvato a settembre dalla Conferenza Intergovernativa (Cig) Italia-Francia. I lavori per la costruzione delle fondazioni partiranno con buone probabilità a fine marzo, anche per poter scongiurare possibili stop imposti dal maltempo invernale. Poi si proseguirà con gli altri interventi necessari: il completamento dell’intera infrastruttura dovrebbe avvenire entro l’estate 2023».
I rincari energetici e del costo delle materie prime costituiscono un ostacolo?
«I costi sono aumentati di circa 10 milioni di euro, che portano il valore totale delle opere a 265 milioni. Gli incrementi riguardano sia il fronte italiano, dove le coperture sono comunque assicurate, sia quello francese, dove si nutre invece qualche perplessità in più. La Francia ha comunque dato l’input per andare avanti. Sono quindi fiducioso sul fatto che ogni dubbio verrà superato».
Quindi, quando sarà transitabile il tunnel?
«La cronotabella illustrata in Prefettura a Cuneo – alla presenza dei rappresentanti istituzionali nazionali, regionali e locali – prevede il completamento degli scavi per la nuova galleria entro il mese di aprile e la relativa apertura al traffico – in modalità cantiere – entro l’ottobre del 2023».
Come funzionerà il traffico alla riapertura?
«Alla riapertura, nell’ottobre del 2023, il traffico nella nuova canna del tunnel funzionerà con il senso unico alternato, come era stato stabilito nei mesi scorsi. Le modalità con cui verrà attuato questo senso unico saranno definite nell’ambito del dossier di sicurezza che è in fase di predisposizione e che, appena pronto, sarà sottoposto agli organi tecnici della Cig per l’approvazione. Per il doppio senso di marcia occorrerà avere a disposizione anche la galleria storica, il cui interno verrà ampliato e consolidato entro il 2025».
In generale, è fiducioso?
«Avvertiamo una grande responsabilità perché c’è l’enorme necessità di ripristinare il collegamento e anche perché il cantiere, essendo in una zona di alta montagna, presenta numerose complessità. Detto ciò, siamo fortemente determinati a raggiungere l’obiettivo nei tempi prestabiliti. E anche la fiducia non manca».