P er l’ultimo numero dell’anno abbiamo chiacchierato anche con Dario Rolfo, presidente e amministratore delegato della Rolfo Spa di Bra, azienda leader mondiale nella produzione di allestimenti per il trasporto di veicoli.
Che anno è stato il 2022 per la Rolfo?
«Un anno molto difficile. Perché il conflitto tra Russia e Ucraina ha impattato notevolmente, avendo la nostra realtà, in Russia, il 95% del mercato locale. Nei primi cinque mesi erano previsti circa 20 milioni di euro di fatturato relativamente alle attività in Russia. Da un giorno all’altro, 15 milioni sono venuti meno. Ci siamo dovuti fermare e far cassa integrazione, riorganizzandoci. Sono serviti diversi mesi per ripartire a pieno regime. Nelle crisi, occorre sfruttare le occasioni. E lo abbiamo fatto anche portando nella squadra una persona di assoluto valore: Franco Fenoglio. Un amico, che nel passato ha lavorato pure in Iveco, con Marchionne, in Piaggio e in Scania. A lui ho chiesto aiuto per riorganizzare l’azienda e per supportarci nel passaggio generazionale. Ci troviamo infatti in una fase significativa: noi siamo in età pensionabile e ci sono i giovani che stanno lavorando con passione per il futuro. Abbiamo peraltro assunto dei nuovi manager nei settori della logistica per gli acquisti e della qualità. Occorreranno un paio di anni per completare il passaggio. Per il 2023, intanto, siamo decisamente ottimisti».
Come vede Bra dal punto di vista occupazionale?
«Come tutta la Granda, è laboriosa. Ma in alcuni settori, c’è scarsità di personale; noi stiamo agendo in tutti i modi per tenere il nostro di personale, che è altamente qualificato. Intendiamo inoltre assumere per il prossimo anno, avendo previsto un incremento del fatturato del 20%, il 60% del quale è già coperto da ordini. Vi sono ottimismo e volontà. Le difficoltà? Ci sono ma non ci spaventiamo».
Lei si impegna per il territorio anche attraverso la Fondazione Ospedale Alba-Bra, di cui è socio fondatore e presidente onorario. Il bilancio del 2022?
«Ottimo. Siamo molto soddisfatti dell’impegno profuso in questi anni. Oggi vediamo i frutti di questo lavoro corale: un ospedale di cui l’intera comunità può essere orgoglioso. Sia per quanto riguarda la struttura sia per i servizi. Credo che in Italia ci siano poche realtà come questa. Stiamo assicurando al territorio prestazioni e servizi al livello di quelli delle cliniche private, anche sul fronte dell’accoglienza e della ristorazione ospedaliera. Il 2022 è stato un anno di risultati importanti; sono anche arrivati degli eccellenti primari. Rivolgiamo un grande grazie alla famiglia Ferrero. Come Fondazione, poi, siamo fortunati ad avere un presidente come Bruno Ceretto, che si dedica anima e corpo alla causa. Così come sono encomiabili Luciano Scalise, l’intero gruppo dei soci, lo staff e i numerosissimi sostenitori. Le raccolte sono state sufficienti per gli obiettivi che ci eravamo posti».
I prossimi obiettivi ai quali state lavorando?
«Vogliamo far sì che l’ospedale sia sempre più un’eccellenza. Dal punto di vista sanitario e urbanistico. Intendiamo assistere, in maniera sempre più proficua, l’Asl Cn2, aiutando a reperire personale e assicurando un contributo importante. La sanità pubblica ha infatti enormi carenze di organico: da parte nostra stiamo dando un grande aiuto in questo senso, specie con volontari per il pronto soccorso e altri reparti, e sostenendo i medici che iniziano il loro percorso. Ci tengo però a precisare che la Fondazione non sostituisce l’Asl e non è proprietaria del nosocomio. La nostra mission è il supporto costante».
Chiudiamo guardando ancora avanti, al 2023. Qual è il suo augurio?
«L’augurio è che il 2023 sia un anno di crescita, a 360 gradi. Dobbiamo sempre agire con ottimismo. Buon Natale e buone feste alla redazione e ai lettori di Rivista IDEA».
«Momento complesso ma la Granda è forte serve ottimismo»
Il braidese Dario Rolfo a 360 gradi sull’attuale situazione del mondo imprenditoriale cuneese