Diritti negati, violenze, discriminazioni. Se ne parla purtroppo tutti i giorni, a ogni latitudine e longitudine. A ben vedere, però, più che di un discorso di sostanza, quello che fluisce nella corrente “mainstream” è una triste cronaca dei fatti. Certo, ci sono le eccezioni, i reportage, le manifestazioni. Ma non basta. Per svoltare serve una presa di coscienza più ampia e trasversale. È il messaggio che emerge dalle iniziative della Consulta per le Pari Opportunità del Comune di Alba. A dicembre, assieme all’Assessorato Comunale alle Pari Opportunità, ha proposto il convegno “Io non ho paura: diciamo no al bullismo e al cyberbullismo”. Un evento che si è chiuso in maniera inaspettata: gli studenti invitati – oltre 400, delle classi terze delle medie cittadine – si sono aperti, facendo emergere disagi e richieste d’aiuto. Ne abbiamo parlato con la presidente della Consulta, Ivana Sarotto, nella vita di tutti i giorni dirigente sanitaria all’Istituto di Candiolo.
Presidente Sarotto, partiamo dall’inizio. Com’è nata l’idea del convegno?
«L’iniziativa, promossa insieme con l’Assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Alba, fa parte del progetto più ampio “Consultare i giovani”. Tra le priorità della nostra consulta, infatti, oltre alla difesa dei diritti e alla lotta contro le discriminazioni, c’è la tutela, in senso lato, dei giovani».
Perché il focus su bullismo e cyberbullismo?
«È una problematica molto diffusa, che peraltro determina conseguenze gravi, sia nei bulli che nei bullizzati. Noi vogliamo contribuire ad affrontare questa situazione».
Al Teatro Sociale avete proposto contenuti multimediali e coinvolto esperti…
«Tutti i relatori sono stati eccezionali. Ci si è concentrati sui lati oscuri delle relazioni famigliari e affettive, sui pericoli che nascondono Internet e i social, sui rapporti genitori-figli».
E poi è salito sul palco Raffaele Capperi. Qual è il suo messaggio?
«Raffaele ha reso una testimonianza tanto autentica quanto forte: nato con una rara sindrome che ne ha compromesso fin dalla nascita l’aspetto e alcune funzioni fisiche, questo ragazzo, nella sua vita, è stato pesantemente bullizzato, riuscendo tuttavia a uscirne vincitore, grazie anche a una rete di persone vicine che hanno saputo fargli sviluppare fiducia e autostima».
Com’è stata la reazione degli studenti seduti in platea?
«Straordinaria. Si sono completamente aperti, probabilmente perché sentono il problema».
Cosa hanno evidenziato?
«Dai loro interventi è emerso chiaro un concetto: hanno tanto bisogno di essere ascoltati, senza però che ciò comporti un giudizio nei loro confronti. Desiderano potersi confidare senza sentirsi sotto esame».
Come possiamo aiutarli?
«Dobbiamo supportarli nei loro bisogni reali per far sì che crescano in modo consapevole, senza paure, con il desiderio di esprimere appieno loro stessi. Devono sentirsi liberi a tutti gli effetti e sicuri, anche per poter denunciare eventuali episodi negativi, come il bullismo. Cerchiamo quindi di tenere gli occhi sempre ben aperti e le orecchie protese: alcuni segnali – come il cattivo andamento a scuola o determinate problematiche fisiche – possono essere un campanello d’allarme».
Organizzerete un incontro analogo rivolto a chi è genitore e, in generale, agli educatori?
«Abbiamo chiesto agli studenti cosa ne pensassero e all’unisono, con un’ovazione, hanno chiaramente fatto intendere che un evento di sensibilizzazione rivolto a genitori ed educatori potrebbe essere di grande aiuto per migliorare le loro relazioni con gli adulti. Lo organizzeremo in primavera».
Sarà un 2023 particolarmente intenso per lei, visto che è anche governatrice del Distretto 30 di Zonta International.
«Sarà effettivamente un anno molto importante. Oltre che con la Consulta Comunale sarò impegnata come governatrice distrettuale Zonta, ruolo che a marzo mi porterà a New York per la 67esima Commissione Mondiale sulle Donne».
Qual è la situazione?
«Il 2022 è stato un anno orribile: sempre più donne, in svariate parti del mondo, soffrono per la mancanza di diritti. Pensiamo alle donne dell’Afghanistan o dell’Iran oppure a quelle dell’Ucraina colpita dalla guerra, senza dimenticare quelle che vivono in aree già pesantemente interessate dagli effetti del cambiamento climatico. Un tema, quest’ultimo, che approfondiremo dal 22 al 24 settembre, ad Alba, nel corso della conferenza distrettuale Zonta che vedrà intervenire rappresentanti di otto Paesi. È fondamentale agire: le situazioni negative sono troppe».
Ma lei non si arrende mai…
«Sa perché mi batto su più fronti? Per ricevere sorrisi. Vedere un sorriso sul volto di chi ha ricevuto il nostro aiuto è una soddisfazione senza eguali. Ci si sente ripagati di ogni sforzo».
La chiave resta l’ottimismo?
«La mia chiave di volta è la speranza. Non è un qualcosa di astratto, ma esiste e rende il mondo migliore. Ogni sorriso lo dimostra. Quindi, smettiamo di lamentarci e diventiamo “risorsa”, uniamo le forze e diamo colore alla speranza. Dando speranza, daremo futuro».