Passione, voglia di stare insieme, solidarietà. Sono queste le principali direzioni verso le quali si muove l’Alba Rugby, associazione sportiva dilettantistica del territorio.
Il presidente Francesco Ricci ha raccontato a noi di IDEA i successi e le iniziative extracampo del sodalizio albese.
Presidente, si è aperto da poco un nuovo anno. Con quale spirito l’Alba Rugby affronterà il 2023?
«Per prima cosa, lo affronteremo con tanta energia negli allenamenti per insegnare ai nostri tesserati i segreti di questo sport. Per noi è importante avere un approccio significativo da trasmettere a tutti i nostri ragazzi. Dobbiamo prepararci al meglio per affrontare le prossime sfide, dai più piccoli – che desideravano tornare subito in campo dopo le feste – ai più grandi».
Qual è stata, invece, la motivazione di base che l’ha spinta a impegnarsi nella formazione del sodalizio?
«Sono un ex rugbista, ho giocato a Benevento, nella mia città nativa. Questa passione mi è stata trasmessa da mio fratello Paolo che, negli anni ’70, per primo, si è fiondato su questa disciplina. Quando giocavo ad Asti, ad Alba non esisteva ancora un movimento rugbistico e così hanno spinto molto affinché facessimo qualcosa. Allora io e Carlos Zocca ci siamo detti di provarci e da lì è nato tutto il progetto».
Immagino che per lei presiedere l’attività sia una grande soddisfazione. Quali sono le emozioni più belle che le suscita?
«Lavorare con i ragazzi è la parte più bella. Vedere la loro voglia di imparare è uno stimolo grandissimo. Quando ci alleniamo, in modo scherzoso, dico ai più piccoli di doverli trattare un po’ come “volpi” e un po’ come “leoni”, per far crescere in loro astuzia e forza. E gradiscono, spesso decidono direttamente quale allenamento svolgere. “Oggi giochiamo ai leoni”, ci dicono. Un’altra cosa sui cui insisto molto è il coinvolgimento delle famiglie. Non le teniamo sugli spalti, il rugby è aggregazione e noi puntiamo molto sul terzo tempo. Il venerdì, a fine allenamento, si sta tutti assieme, genitori compresi, e si socializza. Addirittura ora è nato un Comitato Terzo Tempo Alba Rugby: è stato bello inculcare anche nei piccoli rugbisti questo importante desiderio».
In questa stagione l’Alba Rugby sta raggiungendo risultati significativi. Quali sono gli obiettivi in ambito prettamente sportivo?
«Innanzitutto il mantenimento dei nostri tesserati. Il primo obiettivo è continuare ad avere in organico tutti i nostri 97 giocatori e, in parallelo, tenere unito il gruppo delle varie “under” in modo tale da proseguire anche il prossimo anno. Stiamo lavorando molto anche con gli oratori e le scuole, cerchiamo sempre di potenziare il nostro parco giocatori. Questa è la nostra priorità assoluta. Poi ci sono i risultati, chiaramente, che peraltro stanno già arrivando».
A proposito, di recente una vostra allieva, Alessia Cagnotto – tesserata ora per il Cus Torino – è stata convocata nell’Under 18 della Nazionale. Un orgoglio enorme per tutta l’associazione.
«Alessia si allena qui con noi ad Alba, va a Torino una volta a settimana, ma si sta perfezionando e specializzando nel ruolo qui con noi. La sua convocazione è stata una grande gioia, speriamo che tra un mese possa partecipare al Sei Nazioni. Abbiamo anche altri atleti in rampa di lancio. Cito Greta Perego dell’Under 15, ricercata da molte società, che ha una mentalità straordinaria. Nell’Under 13 abbiamo Chiara Tasso e Ilaria Gallo, che fanno parte della selezione piemontese. Questo per dire che, nelle squadre femminili, abbiamo davvero ragazze forti, che si sono innamorate con noi di questo meraviglioso sport».
Il vostro sodalizio è noto non solo per i successi sportivi, ma anche per le numerose iniziative collaterali, come il torneo estivo o la Giornata del Rugby. Sono in programma altre manifestazioni simili?
«Sicuramente sì. Il nostro desiderio è quello di organizzare un torneo femminile del Nord Italia qui ad Alba, una vera e propria festa del rugby in tre giorni. Se otteniamo il benestare della Federazione, ci prepareremo per questa manifestazione assai significativa. Già l’anno scorso, a ottobre, abbiamo portato ad Alba otto squadre femminili per un torneo. È stato bellissimo».
Altrettanto significativi sono i vostri gesti solidali, come la visita all’Ospedale di Verduno durante il periodo natalizio. Quanto è importante per voi la solidarietà e quanto essa è legata al valore fortemente educativo del rugby?
«Il rugby è esattamente questo. Tra i suoi principi c’è quello del sostegno. Abbiamo siglato una partnership con il Conad di Alba, nata quasi per caso da una conversazione con il direttore. Abbiamo messo su una casetta di legno, l’abbiamo addobbata ed è cominciata la raccolta dei regali, che abbiamo poi consegnato ai bambini ricoverati in Pediatria».
Abbiamo elencato le vostre attività e i vostri successi. Connesso a tutto ciò è l’aver radicato un forte amore per la disciplina ad Alba. Vi sentite un riferimento per la zona?
«No. Semplicemente proponiamo questo sport per offrire una possibilità ai ragazzi. Lavoriamo in silenzio, dobbiamo agire e pensare soprattutto per il benessere dei ragazzi. È questo l’elemento prioritario».
Una storia iniziata quasi 17 anni fa: «tanti momenti indimenticabili»
Fondata nel luglio del 2006, la società Alba Rugby è oggi una realtà consolidata nel panorama rugbistico provinciale. Cresciuto inizialmente sotto le ali di società maggiori – il Pedona Cuneo prima e l’Asti Rugby poi, con cui ha raccolto numerose soddisfazioni -, dal 2019 il sodalizio si è messo in proprio, dotandosi di un parco giocatori assai corposo e di una solida struttura organizzativa.
Durante questi anni sono stati tanti i momenti indimenticabili, come riconosciuto nel corso dell’intervista dal presidente Francesco Ricci, che ne ha però voluto sottolineare uno in modo particolare: «Tra le gioie sportive più grandi c’è la sfida dell’Under 19 con Biella, loro primi in classifica e noi secondi. Il Biella chiese alla Federazione la designazione di un arbitro di Serie A per il livello di gioco delle due squadre. A fine gara l’arbitro si complimentò con noi, dicendo di non aver mai arbitrato una partita così bella, dal punto di vista tecnico e disciplinare, a quel livello».
A cura di Domenico Abbondandolo