Riceviamo e pubblichiamo
Il Ministero delle Infrastrutture ha pubblicato, nei giorni scorsi, l’elenco dei progetti finanziati nell’ambito del Pnrr e fra questi non figura quello presentato dall’Ato Cn4
Il progetto dell’Ato Cn4 era stato presentato nell’ambito della seconda finestra del bando Pnrr per riqualificare, innovare e ridurre le perdite della rete di acquedotti. Sono stati 160 i dossier da tutta Italia, 12 quelli finanziati, mentre gli ammessi in graduatoria 84. Quello cuneese risulta essere il 43° tra i non finanziati ed il 55° sul totale. Le proposte non ammesse per punteggi bassi sono state 29, mentre sono 35 quelle a cui mancano uno o
più requisiti.
«È evidente, scorrendo la graduatoria – dice il presidente dell’Ato Cn4 Mauro Calderoni – che se la nostra proposta progettuale è stata ritenuta valida dal punto di vista tecnico, ha invece perso punti per il quadro gestionale, cioè un ambito dove il sistema idrico è ancora troppo parcellizzato».
Nella prima finestra Pnrr, in autunno, il progetto era stato dichiarato inammissibile perché mancava l’accettazione del valore residuo da parte dell’ultimo gestore privato scaduto e di conseguenza il servizio idrico non era ancora avviato verso una gestione interamente pubblica.
«Penso sia ormai chiaro a tutti i decisori politici della Granda – aggiunge Calderoni – che ogni altro giorno trascorso senza consolidare la gestione unica pubblica significa perdere tempo e denaro. Il privato in questa fase non può che uscire dalla gestione: l’ha detto il 76 per cento dell’assemblea provinciale sulla base della normativa vigente, ce lo ricorda l’Arera con le sue raccomandazioni sempre più frequenti, ce lo dice la realtà.
Voglio usare una metafora calcistica tanto cara agli italiani: l’arbitro ha deciso e ci potrà essere un po’ di recupero, ma non i tempi supplementari».