Per il sistema imprenditoriale della provincia di Cuneo il 2022 si chiude restituendo leggeri segnali di sofferenza.
Nel periodo gennaio-dicembre 2022 la Camera di commercio di Cuneo riporta la nascita di 3.347 nuove iniziative imprenditoriali, 157 in meno (-4,5%) rispetto all’anno precedente, e 3.478 cessazioni (al netto delle cancellazioni d’ufficio), 238 in più (+7,3%) rispetto al 2021.
Queste dinamiche hanno consegnato un saldo negativo a fine anno di 131 unità, corrispondente a un tasso di crescita del -0,20% (+0,40% nel 2021 e -0,61% nel 2020).
Lo stock di imprese a fine dicembre 2022 è pari a 65.531 sedi, mentre sono 80.842 le localizzazioni (comprensive di unità locali; erano 81.049 a fine 2021).
“Nel corso del 2022 la demografia d’impresa cuneese mostra lievi segnali di rallentamento, dopo l’incremento del numero delle aziende nel 2021 – afferma il presidente Mauro Gola -. Si consolidano i trend di crescita delle società di capitali e di calo delle ditte individuali; il tessuto imprenditoriale viene trainato da costruzioni, turismo e servizi. Frenano agricoltura e commercio. Stabile l’industria”.
Il tasso di crescita della provincia di Cuneo (-0,20%) risulta in controtendenza rispetto a quello regionale (+0,25%) e nazionale (+0,79%).
L’analisi dei dati dal punto di vista della forma organizzativa delle imprese conferma in parte il rafforzamento strutturale del sistema imprenditoriale provinciale. A evidenziare una sostenuta espansione sono infatti, anche nel 2022, le società di capitale che, con un peso del 14,4% sul totale delle aziende cuneesi, registrano un tasso di crescita del +4,04% seguite dalle altre forme (in cui confluiscono cooperative e consorzi) con un +0,07%. Negativa invece la performance delle restanti forme giuridiche. Il risultato meno confortante è riportato dalla ditte individuali (-0,92%) che costituiscono il 61,2% delle imprese provinciali, seguite dalle società di persone (-0,82%).
Tra i settori di attività la dinamica più incoraggiante viene registrata dalle costruzioni (+2,16%), trainate dai bonus edilizia, seguite dal turismo (+1,29%) complice un autunno che ha visto numeri incoraggianti soprattutto per l’area alpina e per tutto il comparto legato all’outdoor, dagli altri servizi (+1,20%) e dall’industria in senso stretto (+0,02%).
Negativi i trend esibiti dagli altri comparti provinciali. A pagare le maggiori conseguenze è l’agricoltura (-2,20%) che rappresenta il 27,9% delle imprese della Granda, seguita dal commercio (-1,43%).