Sono stati presentati nei giorni scorsi i dati di attività dello SPRESAL dell’Asl CN1 sul 2022. Il Servizio è incardinato nel Dipartimento di Prevenzione, lo scorso anno le attività sono state molteplici, le principali rivolte all’edilizia e all’agricoltura.
Nell’ambito dei controlli in edilizia sono stati vigilati oltre 250 cantieri, dei quali 114 non sono risultati in regola. Le irregolarità hanno coinvolto imprese e autonomi, ma anche 7 committenti e 14 coordinatori per la sicurezza. I controlli hanno portato a 2 sospensioni dell’attività imprenditoriale nei cantieri. Le due aziende hanno potuto riprendere l’attività solo dopo la regolarizzazione e il pagamento di una sanzione aggiuntiva. Le violazioni maggiormente contestate nei cantieri sono legate alle carenze dei ponteggi, delle impalcature per il rischio di caduta dall’alto, la violazione delle misure organizzative, e dei DPI (dispositivi di protezione individuale, come elmetto, imbracatura, scarpe antinfortunistiche). La maggior parte dei controlli è stata effettuata di iniziativa, secondo progetti regionali o locali, e sempre più frequentemente sono stati effettuati con altri enti come l’Ispettorato Territoriale del lavoro per il controllo ampliato alla regolarità contrattuale, e contributiva.
Anche con i limiti al personale, il turn over e le difficoltà di reperimento dei Tecnici della Prevenzione per gli Spresal, sono state controllate 150 aziende agricole, secondo il piano nazionale agricoltura, rilevando irregolarità su 150 trattori agricoli, di cui 30 particolarmente gravi perché riguardavano il sistema di protezione contro il ribaltamento e 71 per l’assenza di cinture di sicurezza. Modifiche e misure di protezioni sono state altresì richieste per 96 trattori senza una adeguata protezione alla presa di potenza e oltre 20 macchine tra desilatori, spandiletame, spandiconcime e carri raccogli frutta.
Alfonzo: “La sicurezza è un investimento”
Complessivamente nel 2022 i controlli effettuati sul territorio dell’ASLCN1 hanno riguardato in tutto 1060 Aziende con il deferimento all’Autorità Giudiziaria di 280 tra imprenditori, lavoratori autonomi, e professionisti; sono stati rilevate poco meno di trecento violazioni al D. L.vo 81/2008, effettuando 7 sequestri e comminando sanzioni per un importo pari a 375.000 euro.
Le attività di indagine hanno anche garantito la verifica su 88 presunte malattie professionali e 30 infortuni gravi o mortali.
Presso l’ASLCN1 vi è inoltre il Centro di riferimento regionale per il registro dei tumori naso-sinusali COR –TuNS, nato per la sorveglianza attiva e lo studio epidemiologico dei casi. La particolare sensibilità era legata alla lavorazione del legno che rappresenta una realtà radicata nel territorio. Le attività del COR sono varie, tra queste vi è la verifica della presenza di eventuali nessi causali professionali, la denuncia di Malattia Professionale attivando l’ASL competente della Regione Piemonte per gli adempimenti di accertamento.
Il territorio
Il quadro generale del territorio non è diverso dal resto del Piemonte, per alcuni versi è più vivace, ma le lavorazioni nei cantieri, in quelle agricole e meccaniche sono sicuramente più pericolose di quelle in altri settori. Dalla vigilanza sul territorio emergono certamente situazioni censurabili e comportamenti errati, ma emergono anche realtà virtuose con datori di lavoro e lavoratori attenti e preparati. Gli infortuni sono un danno a livello personale, sociale ed economico, e molti purtroppo avvengono per cause banali, facilmente ovviabili e poco costose.
Il rischio zero non esiste, e non vi sarà mai un numero accettabile di eventi gravi, ma guardando ai dati del territorio si deve prendere anche in considerazione che gli infortuni che avvengono sulle strade sono una priorità e possono essere ridotti solo con un forte approccio di sistema.
Continuare la Formazione
La migliore leva della sicurezza è la formazione che include sia la competenza sul fare “il mestiere”, sia i comportamenti da tenere per garantire la sicurezza sul lavoro. Le statistiche descrivono una riduzione degli infortuni. Perché è difficile abbassarli ulteriormente? Forse il modello culturale è da scardinare, raggiungere i risultati ad ogni costo o adottare comportamenti sicuri? La cultura della sicurezza è un compito di tutti, anche dei lavoratori.
“La sfida dei Servizi SPRESAL – spiega il direttore Santo Alfonzo – è sicuramente quella mantenere la Vigilanza, ma anche sostenere e promuovere un approccio che possa motivare i datori di lavoro e i lavoratori alla responsabilità verso le regole e le procedure di sicurezza per adottare comportamenti sicuri sul lavoro. La Regione ha varato su questa linea i Piani Mirati della Prevenzione che nascono prioritariamente come strumenti di assistenza alle imprese con momenti di formazione dedicati e un ricorso a strumenti di autocontrollo, strumenti di verifica interni, non si aspetta un controllo esterno per migliorare la situazione”.
Prosegue Alfonzo: “Purtroppo possiamo dedicare poche risorse a questi aspetti, ma chi dice che la sicurezza è un costo ripetiamo che è un investimento. Anche la digitalizzazione è un costo per le aziende, ma nessuna ritornerebbe al PC e al software che aveva dieci anni fa. Le aziende che hanno scommesso su una efficace formazione e il coinvolgimento dei lavoratori hanno avuto risultati economici misurabili. Chi ha seriamente applicato protocolli di gestione della sicurezza del lavoro e BBS behaviour based safety lo può confermare”.
Con uno sguardo più allargato si segnala anche l’obiettivo alla promozione alla Salute e agli stili di vita, stili di vita salutari che sono un obiettivo del Piano Nazionale di Prevenzione 2020-2025 e l’importanza di una corretta comunicazione da parte degli operatori sanitari nei confronti dei cittadini.