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Alla Winter School 2023 di Motore Sanità si parla di ambiente, nutrizione e salute

La salute dell'uomo e quella del pianeta viaggiano a braccetto anche a tavola. I maggiori esperti a confronto per due giornate di lavoro, il 16 e il 17 febbraio a Pollenzo (CN), per trovare soluzioni a problemi non più eludibili.

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Credit: Agenzia di Pollenzo @MarcelloMarengo

La Winter School targata 2023 di Motore Sanità dal titolo “Ambiente, Nutrizione, Salute, in programma a Pollenzo (CN) il 16 e 17 febbraio con il patrocinio dell’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche, proietta nella situazione attuale e futura il concetto di Global Health, indispensabile per assicurare la salute e la conseguente crescita economica del Paese.

Se c’è una cosa che il Covid ha insegnato è che non c’è economia senza salute”, spiega il Dottor Claudio Zanon, Direttore Scientifico di Motore Sanità, “e il raggiungimento di un livello di salute soddisfacente per la popolazione è costituito da vari elementi interconnessi fra di loro che sono: azioni verso il cambiamento climatico, azioni verso un’aria, un’acqua e una terra più pulita, azioni verso un cibo giusto e sano, azioni verso l’antimicrobico resistenza da abuso di antibiotici, azioni per una prevenzione efficace che vada dall’uso dei vaccini per prevenire le malattie, agli screening per controllare i fattori che aumentano le malattie cardiovascolari e i tumori. Tutto questo non può che essere compreso in una visione a 360 gradi che sposi, nel contesto del Global Health, il concetto di un approccio olistico nei confronti dei cittadini e dei pazienti”.

Ambiente, salute e nutrizione sono tre facce della stessa medaglia: un ambiente salubre e sostenibile, è inconfutabile, influisce positivamente sulla qualità della nostra vita, della salute, dell’aria, delle acque, del cibo che mangiamo ogni giorno” dichiara nel suo intervento di saluto il Viceministro all’Ambiente e Sicurezza energetica Vannia Gava. “Come Ministero ne siamo assolutamente consapevoli e impegnati in una sfida cruciale contro i cambiamenti climatici, tanto per il presente quanto per le prossime generazioni, con azioni di sistema intersettoriali che sostengono l’importanza della condivisione delle responsabilità con tutti i livelli di governo, da quello internazionale e nazionale a quelli locali, fino ai cittadini. In quest’ottica l’approccio, contenuto anche nella Strategia nazionale per la Biodiversità, non può che essere “One Health”, una visione sistemica dalla quale non si può prescindere. Innovazione e sostenibilità sono le due direttrici fondamentali. Ed è in questa direzione che dobbiamo andare se vogliamo difendere il pianeta dai cambiamenti climatici e, di conseguenza, difendere l’uomo stesso. Da questo punto di vista, strumento importantissimo sarà il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici che a breve sarà adottato in modo definitivo”.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, le malattie legate all’ambiente rappresentano il 24% di tutte le malattie e si stima che producano, tra costi sanitari e giorni di lavoro persi, una spesa di oltre 50 miliardi solo in Italia”, puntualizza Rossana Boldi, già Vice Presidente XII Commissione (Affari Sociali) Camera dei Deputati. “L’attenzione all’ambiente risponde quindi non solo alla maggiore richiesta di salute della popolazione, ma interessa i sistemi sanitari di tutto il mondo e diventa indispensabile per la loro sostenibilità. La prevenzione primaria – cioè l’attenzione agli stili di vita: alimentazione corretta, movimento, niente fumo o droghe – se praticata e insegnata potrebbe, già da sola, ridurre in numero molto consistente moltissime malattie croniche, come ad esempio il diabete, l’obesità e moltissime patologie oncologiche. Stiamo vivendo un momento importantissimo per la ricerca: nuovi farmaci, nuovi dispositivi medici, nuove terapie che permettono, dopo la fase acuta, di curare i pazienti al loro domicilio. Dobbiamo partire da qui, da queste considerazioni, dalla prevenzione e dall’innovazione, per programmare la nostra sanità in modo sostenibile ed efficace e dobbiamo essere capaci di coinvolgere in questo progetto tutti i protagonisti del sistema: medici, professioni sanitarie, pazienti e caregiver”.

Silvio Barbero, Vicepresidente Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, pone l’accento sul legame tra i modelli industriali di produzione del cibo e i cambiamenti climatici, sottolineando che “il problema della transizione ecologica si collega direttamente alle politiche e agli stili alimentari”.

Su questo punto Alessandro Miani, Presidente SIMA, aggiunge che “Oltre 950mila decessi ogni anno in Europa sono stati attribuibili alle diete malsane. Grazie alla Dieta Mediterranea l’Italia si colloca come il Paese con il record di longevità in Europa con oltre 17mila ultracentenari. Il primato italiano è però minacciato da un progressivo abbandono della Dieta Mediterranea da parte di almeno il 40% della popolazione, con conseguenze presto visibili non solo sulla salute e sull’aspettativa di vita dei cittadini, ma anche sulla salubrità dell’ambiente, la qualità delle produzioni alimentari tipiche nazionali e le relative ricadute economiche e sociali. La Dieta Mediterranea, riconosciuta dall’OMS come uno dei modelli più sani, investe la salute dei cittadini, legata alla qualità dei prodotti alimentari e la salute del pianeta, legata a modelli produttivi a basso impatto ambientale; infatti, è riconosciuta dalla FAO come uno dei modelli più sostenibili e dall’UNESCO come patrimonio dell’umanità”.

Dalla Dieta Mediterranea derivano alimenti dalle caratteristiche e proprietà dagli effetti benefici importantissimi Tanto è vero che ci permettono di vivere più a lungo e soprattutto in salute”, come spiega il Professor Ettore Novellino, Chimico farmaceutico dell’Università Cattolica di Roma. “Alcuni degli alimenti che portiamo sulle nostre tavole sono dei veri e propri “farmaci per le persone sane”, vale a dire aiutano a prevenire malattie dismetaboliche, ma senza rinunciare a nulla. Questo è possibile grazie allo studio di molecole di origine naturale che, se introdotte nella nostra dieta, intesa come regime alimentare di tutti i giorni e non come restrizione, sono in grado di mantenere l’equilibrio metabolico del nostro organismo. Utilizzare il cibo per fare prevenzione è la risposta alla domanda come è possibile mantenere lo stato di salute attuale? , che vuol dire pensare più consapevolmente alla nostra salute in maniera naturale”.

Ai seguenti link sono disponibili le schede tecniche di Ambiente, Nutrizione e Salute contenenti dati, studi e aggiornamenti in materia:

SOS Ambiente: serve più consapevolezza, solo così metteremo in campo aiuti concreti

Cibo e buona alimentazione: due giorni di studio e approfondimento a Pollenzo

La Salute, un bene da salvaguardare con programmi di prevenzione a tutti i livelli.