Attività di cammino: un progetto socio-educativo del Ser.D.

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Foto di Manfred Richter da Pixabay

Dal 1 marzo 2022 il Servizio Dipendenze patologiche dell’ASL CN1 con sede a Savigliano ha attivato un progetto socio-educativo di gestione del tempo libero con attività di cammino e partecipazione a laboratori creativi.
Tali interventi nell’ambito sanitario, hanno come obiettivo il recupero degli aspetti relazionali, socializzanti e di valorizzazione di sé, che sono stati compromessi da un lungo periodo di dipendenza attiva.
Da qualche anno, l’attività del cammino è un’attività promossa anche dal Piano regionale della Prevenzione e Promozione alla salute della Regione Piemonte.
Quanto segue è la descrizione di una visita effettuata dal gruppo alla Mostra di Joan Mirò redatta da un partecipante.

 

“L’anno è appena cominciato e la proposta di visitare una mostra temporanea a Cherasco, visto il periodo piuttosto freddo e malinconico ed il Generale Inverno in pieno attacco, può essere considerata una buona motivazione a partecipare a tale evento. Per chiunque, non meno per noi, sparuto gruppo di “camminatori del martedì”, utenti SerD a Savigliano, con problemi differenti e sofferenza simile, questo può essere un aiuto per affrontare la vita  e un passo fondamentale per comprendere sé stessi così da poter affrontare situazioni di vita, senza “ausili o fughe”.

La mostra in questione consiste in una rassegna dedicata a Miró, sì proprio lui, Joan Miró, il genio a cavallo tra surrealismo ed astrattismo, che ci ha lasciati quasi centenario, ma con un capitale notevolissimo di opere e soprattutto con una nuova e differente maniera espressiva, attraverso le sue opere, capolavori, che lo pongono all’apice della più strenua avanguardia del Novecento. Il suo modo così particolare di esprimersi attraverso le forme più disparate e inconsuete, che ad un primo sguardo possono apparire disegni bambineschi, in realtà, lasciano spazio a pochi dubbi, l’intento di estrapolare l’arte da ciò che ormai realisticamente può restituirci la fotografia, in cambio di una personale visione surreale ed astratta che riescono a farci assaporare qualcosa di diverso ammirandole, una vera e propria intenzione di trasmettere emozioni differenti, per chi vuole lasciarsi ammaliare da cotanta bellezza.

Mirò riesce così a trasportarci attraverso le sue linee i suoi cerchi, le stelle e la scelta dei materiali e colori in una realtà quasi tridimensionale del tempo, molto, davvero molto prima dell’esistenza di questa possibilità!

Lui non ha dato titolo a nessuna delle sue opere proprio per lasciare nel pubblico tutte le possibilità di interpretazione e sicuramente, visto che doveva essere un personaggio del tutto singolare, per distinguersi dai “colleghi”.

Ecco, in questo mondo quasi enigmatico e innovativo, accolti da molti altri pittori contemporanei e di indiscussa fama, tra un cavallo di De Chirico e un vaso di Dalì, affrontando un gigantesco Vedova dipinto con il corpo, passando tra le cicatrici di sigaretta di Turcato ed il Collage del presidente JFK di Rotella, credo che sia davvero difficile, addirittura impossibile non essere così affascinati da siffatta creatività e bellezza, frutto sì dell’umano ingegno ma anche del suo genio, che in un luogo d’eccezione come palazzo Salmatoris, possano riuscire a rendere quel che gli antichi romani, in latino, definivano come “genius loci”.

Di quanto appena scritto debbo rendere merito e lode alla nostra guida, una ragazza preparata ed edotta nel cammino attraverso il quale è riuscita a farci vivere al meglio il luogo e le opere.

Ma abbandoniamo il lato che riguarda gli artisti e spostiamo l’attenzione su noi “osservatori ed ammiratori”.

Fissiamo un punto: l’arte dà la possibilità di poter accedere alle nostre emozioni e sentimenti in modo più facile che con le parole, cosicché anche chi si trovi a vivere situazioni di disagio, anche profondo, possa attraverso la pittura, ad esempio, riuscire a ritrovare od addirittura a scoprire e comprendere il proprio stato d’animo.

Nasce spontanea la collimazione tra una gita museale e la possibilità di essere utile per persone che come me stanno affrontando problematiche di recupero e rientro ad una normalità che sembra inarrivabile, a volte inaccettabile, ma questa è un’altra storia.

Domanda: ma perché mai portarci a visitare una mostra d’arte? Perché opere visionarie e surreali come quelle di Miró?

Presto detto e spiegato, facendo riferimento ad un moderno processo di approccio alla psicoterapia: l’arteterapia. Oramai approvata da tutta la comunità scientifica, diviene così complementare e chiude il cerchio terapeutico anche attraverso la contemplazione di opere che riescano a suscitare in noi qualcosa di profondo, molto profondo, tanto da lasciarci estasiati in alcuni casi.

Ciò e come si può comprendere facilmente, davvero utile a chiunque, donandoci la possibilità di scoprire, tenendole però celate in noi, emozioni nuove, forti, a volta sconosciute.

Tutto ciò appartiene alla magia del bello, sì perché come si sa, e per me è certo, sarà la bellezza a salvare il mondo. La bellezza non ha né tempo né età, non ha limiti, si spinge e ci avvicina, sino a portarci accanto in un baleno al divino e davvero non ha più importanza relativa di quale divino si tratti, semplicemente è il bello che non ha confini!